Lo
sto facendo. Lo sto facendo davvero.
Sì, ho detto che l’avrei fatto. Ma tra dire che lo farò e farlo
davvero c’è una bella differenza.
Sono
seduta dal parrucchiere. Palmi delle mani sudati, piedino irrequieto,
occhioni da Bambi che sta andando al macello e lo sa.
Sono
qui a farmi BIONDA.
Io,
una bruna da una vita. Una i cui capelli non hanno mai subito l’onta
dell’acqua ossigenata (sì, vabbè, una piccola tintura all’hennè
a quindici anni, ma sono errori di gioventù, suvvia). E invece
adesso sono qui davvero.
E
neanche mi faccio tutta bionda, no, se dobbiamo fare le cose
facciamole bene, esageriamo. Mezza
bionda, mezza
mora. Punte oro,
radici bronzo.
‘Na
pazza, praticamente.
Ma
il mio hair stylist (sorprendentemente etero, pensavo non li
fabbricassero neanche più, i parrucchieri etero) mi assicura che le
mèches californiane sono il dernier
cri della moda
hollywwodiana.
Blair Waldorf (nella vita vera Leighton Mesteer) con la mia stessa tamarrata tricologica. Se l'ha fatto LEI posso farlo anche io, eh, inutile che mi perculate. |
Pastella
maleodorante sulla testa, avvolta nel cellophan. Tensione. Ascolta,
parrucchiere, non è il caso di toglierla ‘sta fanghiglia
ossigenata o giù di lì? Dai, dai, che il tempo di posa è più che
passato. Ansia.
Rimuove
la poltiglia sbiondante. Mi lava-asciuga-metteinpiega. Mi presenta
compiaciuto uno specchio, aspettandosi complimenti. Beh, a parte che
non ho capito chi sia quella tizia con gli strani capelli che mi
guarda con aria stralunata, tutto bene.
NO,
ASPETTA, CHE COSA?!?!
Quella
non sono io. Esperienza extrasensoriale di migrazione dal proprio
corpo, panico.
MA:
“Non essere tu” era esattamente il motivo per cui sei entrata
nell’antro dell’orco, ricordi?
Vi
spiego. Psiche femminile e chioma sono inscindibilmente connessi. Il
processo mentale è: “Insoddisfazione, qualcosa non va. Devo
cambiare (vita/ me stessa/ mondo che mi circonda).” E la prima
mossa è sempre, invariabilmente, cercare nel proprio cellulare il
numero del coiffeur.
Lui sa.
Distingue chi è entrata per la solita spuntatina da cinque
millimetri e chi invece ha la rivoluzione nella capa.
La
prima è tranquilla come un sultano orientale all’ora di cena, la
seconda ha il Darfur negli occhi.
Il
parrucchiere conosce l’animo femminile. Intuisce che è passato il
momento del “Dai, facciamo anche una frangetta”. E’ tempo di
soluzioni definitive, di rappresaglia massiccia. E tempo di forbici
indemoniate e di colori improbabili. Abbiate paura di una donna che
d’improvviso varia acconciatura in modo drastico. E’ una
dichiarazione di guerra, sappiatelo.
Ahem,
tornando a noi. Reazioni varie ed avariate: amica vegana totalmente
refrattaria alla moda che mi chiede “Hai fatto lo Shatzu? Bello!”.
Tesoro, a parte che è shatush e non shatzu, che sono dei massaggi, e
comunque no, sono mèches californiane.
Amico
che si informa circospetto: “Ma è voluto?!?”. Si che è voluto,
pirla. Ti sembra che andrei in giro con la zazzera mezza gialla e
mezza marrone se non lo volessi? Sarei sotto il letto a nascondermi!
Amica
milanese: “Nooo che hai fatto, tu eri il prototipo della mora
chic!”. Beh, forse non voglio più essere una mora chic, non ci
avevi pensato? Voglio essere una bicolore tamarra.
In
ogni caso, non passerete inosservate, e avrete iniziato il percorso
che vi poterà a diventare Barbie. Un sogno che si avvera.
Missione
compiuta.
Ah, se vi interessa questa sono io. Una bicolore tamarra, appunto. |
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