Non
c'è niente da fare: Milano esercita un fascino irresistibile sulla
pulzella aspirante Carrie. Facciamocene una ragione.
Sì, la vostra piccola città di
provincia in cui siete cresciute è a misura d'uomo, poco traffico,
immersa nel verde, e blablah e blablah.
Ma.
Negozi.
Locali.
Lavori talmente toghi che JP Morgan in
confronto è come fare la cassiera al supermercato sottocasa.
Frotte di gnocconi biondi che aspettano
solo voi.
E quindi. Ciao Madreh, sei simpatica,
ti voglio bene, grazie per avermi dato la vita e per avermi nutrita
durante tutti questi anni, ma io me ne vo'. Ciao, eh. Ti porterò una
palla di vetro con il Duomo sotto la neve. Se mi ricordo, che sarò
troppo occupata a vivere la mia nuova vita pseudonewyorkese.
La pulzella può mica vivere sotto i
ponti, però. Non è chic.
Vi immaginate la conversazione surreale
“Siii, ciao nuova compagnia di amici tostissimi, venitemi a trovare
stasera, cucino io!
...l'indirizzo? Sul navigatore?
Ehm... Ponte del Naviglio Grande.
No, no, non lì vicino, proprio sotto
il ponte. Sì, io abito lì”.
Conseguente azzeramento della vita
sociale.
Per cui. Trovare casa.
Una volta reperita magione acconcia
alle vostre necessità (requisiti: dimensioni ottimali, coinquilini
accettabili, zona in cui non vi violentino appena uscite di casa,
ragionevole distanza dal lavoro) dovrete portare la vostra roba dal
punto A – vecchia casa – al punto B – casa nuova - .
Massì, che sarà mai. Ho tre vestiti,
due paia di scarpe e qualche libro.
DUE VESTITI?!?!? Diciamo DUECENTO! Dove
eravate, stronzi, quando avevo le crisi epilettiche da “Non ho
niente da mettermi?” Dove vi nascondevate, stupidi
tacchi dodici, quando c'avevo la serata Figheggiamento Estremo? Eh?
Inscatolare. Inscatolare. Inscatolonare
quanto più possibile.
Iniziate piegando anche le mutandine e
disponendole accuratamente. A metà del primo scatolone accorgetevi
che ve ne mancano ancora dodici. Finite di riempire i restanti undici
scatoloni e mezzo buttandoci dentro qualunque cosa. Appallottolata.
Informe. (Le ultime parole famose: “Tanto poi lo piego DOPO”.)
Scotchate il tutto. Sollevate un pacco
a caso. Beh, sarà leggero, ci sono dentro solo scarpe.
Mhhggnnn...GGGHHHH...ok. Oggi abbiamo
imparato una cosa nuova: le scarpe hanno lo stesso peso specifico del
piombo fuso.
...due scoliosi e molte imprecazioni
più tardi...
CE L'AVETE FATTA!! Complimenti, mie
care amiche, ora anche voi entrerete a far parte della crème
d'Italia, vi divertirete appacchi e i tacchi dodici non vi faranno
mai male, neanche dopo un'intera serata passata a ballare sul
tavolino di un locale.
Perchè?
Perchè voi ora siete milanesi. Siete
POTENTI. Siete FIGHE.
Andate e vivete la voostra nuova, luminosa, scintillante vita milanese. Tanto lo sapete che mammà è sempre pronta ad accogliervi back, se toppate.
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