In collaborazione con L'Intraprendente
Io la adoro, la settimana della moda.
Ma non ho ancora capito perchè.
Voglio dire, è la settimana in cui la
consapevolezza del buco nero che è il mio conto in banca – di cui
nel resto dell'anno sono vagamente cosciente – si fa strada nel mio
cervello con dolorosa certezza.
Li vedi tutti quegli abiti
meravigliosi, bambina? Ammira quella profusione di sete e chiffon,
quella teoria di tagli sartoriali e linee perfette, quella cascata di
scarpe principesche.
Continua ad ammirarli. Da lontano. E
sappi che non potrai mai averli, perchè con le tue disponibilità al
massimo riesci a comprare i ritagli di tessuto. Forse.
Tu sei una donna normale.
Lo spauracchio del mondo della moda, il fashion don't per eccellenza.
Se il
motto della Fashion week è senza dubbio “Indosso, dunque sono”,
il suo primo comandamento è “Rifuggi dall'essere una donna
normale.”
Distinguiti.
Osa. Indossa pure abiti assurdi, basta che si capisca che nella tua
vita non hai mai compiuto azioni plebee quali fare la spesa,
accompagnare i figli a scuola o, Dio ce ne scampi, lavorare.
Lavorare
è out. Lavorare fa così contadina dell'800, vorrai mica mischiarti
con la gente comune?
L'apice
della celebrazione di questo comandamento non viene raggiunto, come
sarebbe facile pensare, sulle passerelle. Sulle catwalk è normale,
ti aspetti che la stangona denutrita indossi tacchi da quindici
centimetri. Ce la faccio anch' io, a portare dei trampoli per venti
metri, su terreno non accidentato. Prova a correre per prendere il
tram con quelle scarpettine, stangona, e poi ne riparliamo. Ah, e
porta i miei saluti alle tue caviglie divelte.
Dicevamo,
il comandamento viene onorato alla massima potenza fuori
dalle sfilate.
Il
fenomeno si chiama “Street Style”, e l'idea che ci sta dietro è
piuttosto semplice: “Io, stilista in crisi creativa, mi studio un
po' come si veste la gente normale in giro e rimaneggio i suddetti
capi per creare una collezione che verrà definita originale,
d'avanguardia e deliziosamente eccentrica.
Facile e veloce”. Una sorta di meta- moda, insomma, la moda sulle
passerelle che si ispira alla moda per strada, che si ispira alla
moda delle passerelle.
Nei
fatti, questo si traduce in folle di tizie vestite in modo
irrazionale che venderebbero la propria madre per essere fotografate
una volta di più. Sono scene curiose. Alcune chicche: pantaloni
scozzesi di flanella a quadrettoni arancio e marroni abbinati ad un
informe cappotto rosso. Immancabili i sandali senza calze. Adesso, io
non è che vorrei darti una cattiva notizia, ma Milano in questi
giorni è il Circolo Polare Artico. Coprirsi, no?
Oppure,
il mio preferito, una blogger che è riuscita ad accoppiare un
cappotto arancione, cappello e borsa blu elettrici e vestito
floreale.
Allora,
anche se in teoria è possibile creare un abbinamento tra Nutella e
taleggio, questo non vuol dire che tu lo debba fare. O che sia una
buona idea.
Ma
dopotutto, è la moda, bellezza.
E l'unica regola è che non ci sono regole.
I sandali d'inverno - anche a Milano - sono da vera figa!!!
RispondiEliminaFatta eccezione quando piove OVVIAMENTE!!!
Non posso trattenermi: http://www.youtube.com/watch?v=BZHYh2CZ4GM
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