Forse ve l'ho detto,
vero, che ho fatto un master. Anzi, diciamo che vi ho proprio
stracciato le balle.
E mica un master
qualsiasi, no, mica quelli che ti vendono a 3000 paperdollari, cinque
giorni di corso intensivo, attestato, e poi ciao ciao, tanti saluti,
punto e a capo.
No. Ho fatto un Signor
Programma di sviluppo Talenti e Leadership, gentilmente offerto dalla
banca per cui lavoro. Offerto, sì. Tutto spesato. Ovvio, certe cose
te le devi da guadagnà. E quindi, tre mesi di selezione, cinque
step, dubbi, incertezze, chissà se mi prendono, no non mi
prenderanno mai, grandissimo rompimento di balle a
tuttiquellichemiconoscono (ciao mamma!).
Contro ogni aspettativa,
MI HANNO PRESA (balli scomposti, festeggiamenti, urla di gioia,
ubriachezza).
Ma.
Sono arrivata a fine
programma che pesavo un chilo in meno dei miei cinquanta
regolamentari, sfatta ed emaciata che non vi dico. Dalla stanchezza
mi sono presa un febbrone POWER a quaranta gradi in vacanza in
Turchia.
Vi spiego. Quello di cui
parlo non sono otto ore di lezione al giorno, no. Parlo di ottanta
giovani del mio gruppo bancario, di tutta Europa, iperselezionati,
che collaborano insieme per portare a termine dei progetti
sponsorizzati dai Top Manager della mia banca (gente praticamente un
passo sotto Dio).
Noi con Semi Dio. |
Quindi: lavori per nove
mesi, con gente che non conosci e che abita ai quattro angoli
dell'Europa, su una materia che non conosci, in inglese. Ah, e
intanto continui a fare anche il tuo lavoro classico, ovvio. Ecchè,
se no era troppo facile.
Ti senti al telefono, via
Skype, via mail, Whatsapp, sei sempre su e giù da un aereo, e le
scadenze, il tempo che non basta mai, l'angoscia di non riuscire a
finire tutto, il senso di inadeguatezza, il lavoro che si accumula, e
perchè la giornata ha ventiquattr'ore che a me ne servono
quarantacinque, ho bisogno di un segretario, mannaggia. Le persone
del tuo gruppo diventano tuoi fratelli di sangue. Li ami alla follia
un giorno, e il giorno dopo vorresti la loro testa su una picca.
Il tuo fidanzato ti fa
gentilmente notare che vedi più loro di lui. Ehm, sì, e quindi?
Ma ogni traguardo si
raggiunge al prezzo di un certo sacrificio personale. Beh, per me ne
è valsa la pena. Il fatto che un sacco di miei colleghi all'inizio
dicessero “che figata!” e poi, dopo aver visto in che stato mi
ero ridotta, si siano rifiutati di candidarsi, è irrilevante.
Comunque, finita 'sta
pappardella introduttiva, adesso vi racconto cosa ho imparato.
TALENTO è CHI IL
TALENTO FA, o, in alternativa:
non è talento, è duro lavoro. Mi spiego. Il successo non è la
norma. Il successo è l'eccezione. Quando tu provi a fare qualcosa,
la normalità è che tu fallisca, l'eccezione è che tu abbia
successo. Ma, se ci credi, se ti eserciti a fare quella cosa che
proprio non ti riesce, e ci provi e ci riprovi ancora, probabilmente
avrai successo. Il trucco è solo questo: crederci forte, crederci
sempre, lavorare duro.
Lavoro, lavoro, lavoro. |
ASCOLTA.
Il lavoro di gruppo è come una coppia. Non esistono persone “fatte
l'una per l'altra”, e il “E vissero per sempre felici e contenti”
è una stronzata abnorme. Siamo persone diverse, sì? Ed essendo
persone diverse, è ovvio e logico che abbiamo opinioni diverse. Ci
si confronta, si discute, si litiga anche. Ma se tu ti fossilizzi
sulla tua, di opinione, e la sventoli come uno stendardo, senza
curarti delle altre, è altrettanto naturale che tutto il lavoro
finisca a putt... ehm, a signorine di facili costumi. Quindi:
ascolta, ASCOLTA DAVVERO quello che ti dicono gli altri, capisci il
loro punto di vista, e soprattutto SCENDI A COMPROMESSI.
USA GLI ALTRI.
Vi aspettavate un discorso alla Wall Street, del tipo “L'avidità è
buona” et similia? STICAZZI. Quello che intendo dire veramente, è
che ogni persona ha delle abilità, anche tu, e puoi far leva su
quello che un altro sa fare meglio di te, e lasciarglielo fare, per
concentrarti su quello che tu sai fare meglio, e dare un apporto
determinante al gruppo. Se ti ostini a essere multitasking e a fare
tutto perfettamente, o: fai grandissime cazzate, o: non esprimi
appieno il tuo potenziale nei compiti che invece ti riescono
benissimo. Per esempio, il mio tedesco preferito Thomas, è un
fottuto genio di Excel. A me Excel fa schifobleah. Quindi, tu,
adorabile tedesco, programmi il programmabile, e io, italiana
creativa e svampita, creo gli slogan per vendere il nostro super,
fabulous, amazing prodotto. Dio quanti stereotipi culturali in una
sola frase.
L'ungherese, l'italiana e il tedesco. No, non è una barzelletta. |
MIGLIORATI SEMPRE.
Fai leva sulle tue abilità, sì, ma nota anche dove hai delle
lacune. La mia Precisione è andata a fare una passeggiata in
campagna, accompagnata dalla mia Puntualità e dalla mia Attenzione
al Dettaglio. “Valà che vai bene” è il mio motto. Lo devo
accettare? NO. Tanto più che un programma di questo tipo è creato
apposta per spingerti a migliorare, a migliorare sempre, ad ammettere
i tuoi limiti, vederli, ok, sì ci sono, e abbatterli. L'obiettivo
che mi sono posta quest'anno è diventare una persona PRECISA
PUNTUALE e ORDINATA. Ci riuscirò? Mmmhh ho forti dubbi, ma dopo
tutto l'insuccesso è il prodromo del successo. (La mia croata
preferita, Nelly, mi insegnerà. Forse.)
ESPRIMI LA TUA
OPINIONE. Qualcosa ti fa girare
le balle a elica? Dillo. Sei convinta di avere un'idea originale?
Dillo. Non ti piace la presntazione in Power Point? DILLO. In modo
gentile, carino, e senza ferire nessuno. No, “Questo mi fa schifo”
non è un modo gentile e carino. Però pensaci, la tua opinione vale,
e hai il diritto di essere ascoltata. Magari ti ridono in faccia, è
un rischio calcolato, ma magari hai davvero avuto l'intuizione
geniale che cambierà le sorti del progetto. Coco Chanel non amava i
bustini con le stecche di balena. Ha inventato il tailleur. L'hanno
perculata, ha dato scandalo, ha cambiato la storia della moda per
sempre. Perchè tu no?
Tipo creare una slide vivente. Che è UNA FIGATA PAZZESCA. |
DIVERSITà è BENE.
Dopo nove mesi di convivenza
con un turco, una croata, un ungherese, una rumena e un tedesco, è
apparso chiaro che le opinioni sono relative. Le donne pensano in
modo diverso dagli uomini, i project manager pensano in modo diverso
dai commerciali, E NON FATEMI NEANCHE INIZIARE SUI TEDESCHI CON GLI
ITALIANI. E' un male questo? Assdolutamente no. Certo, è più
difficile trovare un accordo, ma alla fine tante teste pensanti
arrivano ad un risultato migliore di una sola. Perchè? Perchè
ognuno considera il proprio punto di vista. Se piace a te, NON
SIGNIFICA CHE PIACCIA A LUI. Per questo servono TUTTI. Come si fa? Si parla, si parla, si
parla. Pro e contro. Discussioni. E alla fine arrivi a una soluzione
fantastica, che nessuno da solo avrebbe saputo immaginare, ma che è
PERFETTA. O quasi perfetta, se considerata dal punto di vista di un
tedesco. Ci sono sempre margini di miglioramento, per un tedesco.
Best. Team. Ever. |
Beh,
questo è quanto ragazzi. Magari mi verranno in mente cose
FONDAMENTALI che ho dimenticato, e editerò il pezzo, ma per ora è
tutto.
Baci
talentuosi a chi condivide, laika, commenta, e soprattutto, mette mi
piace alla pagina.
Come
avrete capito, non sono una che molla facilmente quando si è decisa
a fare qualcosa, e questo blog è il mio progetto adorato. INVITATE LE
VOSTRE AMICHE!
Tanto
love,
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