Le mie serate si
possono riassumere più o meno con “Faccio cose, vedo gente”. Come tutta Milano.
Oltre a fare cose, e vedere gente, ASCOLTO LA GENTE. Ascolto veramente quello
che mi raccontano, non per dovere sociale.
Ieri una mia
amica mi ha raccontato una storia da SANGUE – GHIACCIO – VENE.
Lei, che
chiameremo Esmeralda: bella, giovane, simpatica, romantica farfalla sociale in
cerca dell’amore vero.
Lui, che
chiameremo GRANDISSIMO BASTARDO (GB, d’ora in poi), conosciuto una sera al
Byblos. Bellodamorire e che sa di esserlo.
Si scrutano, si
annusano, si piacciono. Lei gli lascia il numero; lui, come è giusto che sia,
la chiama. Inizia tutto, come sempre, con un aperitivo (così se ti rompi le
balle puoi svicolare senza imbarazzi). L’aperitivo si trasforma in cena. Lui è
il principe azzurro. Intelligente, brillante, comprensivo.
Al primo
appuntamento ne segue un secondo. Fino a qui, tutto normale (lei ha già gli
occhi a cuoricino, in tutto questo).
Ma.
DISNEY, SAPPILO,
IO TI ODIO PER AVERCI CREATO FALSE ASPETTATIVE SUGLI UOMINI!
Lui si rivela per
quello che è.
*I dialoghi sono
realmente accaduti, giuro che non sono un parto della mia mente
ORE DUE DI NOTTE
GB: “Beh quindi,
che facciamo, andiamo da me?”
E: “Ma guarda, è
il secondo appuntamento, per chi mi hai presa?”
GB: “Beh ti ho
preso per una che ho conosciuto al Byblos, che pretendi? E comunque io sono
abituato alle ragazze che mi si buttano addosso, ma mi hai visto?”
(PREEEEEGO?!?!)
E: “Prego?”
GB: “Senti, ti do
tre opzioni: o vieni a casa con me, o ti strappo i vestiti qui, o scendi dalla
macchina.”
E: “Io vedo un’opzione
sola.”
GB: “Ciao,
allora.” Prende il cappotto della donzella, lo getta fuori dalla macchina, e LA
LASCIA Lì. IN MEZZO AL NULLA. Senza punti di riferimento, senza niente. (dietro
la stazione Garibaldi, in un’anonima stradina laterale come ce ne sono mille a
Milano)
La nostra
Esmeralda trova un taxi e torna dalle sue amiche, traumatizzata.
(Ringraziamo
Iddio che la nostra amica avesse soldi per pagarsi il taxi e un cellulare per
chiamarlo e che il taxi sia arrivato in tempo per trovarla sana e salva)
EPILOGO
A Roaring Rampage of Revenge. Tiè. |
Nei giorni successivi,
le amiche di Esmeralda riincontrano il GB. VENDETTA TREMENDA VENDETTA
Insultare lo
stronzo: fatto.
Schiaffeggiare lo
stronzo: fatto.
Lavarlo con un
cocktail: fatto.
Per caso ti
abbiamo fatto fare una figura di fango davanti a tutta la discoteca? OPS.
(e se vieni
svergognato al Byblos, fidati, nessuno se lo dimenticherà tanto presto. Goditi
la figuraccia).
Detto questo,
QUESTA IO LA
CHIAMO VIOLENZA SU UNA DONNA.
Violenza non è
solo schiaffeggiare, non è solo insultare, o urlare, o minacciare. No. Violenza
su una donna significa metterla in posizione di inferiorità, mettere a rischio
la sua sicurezza, e soprattutto IGNORARLA COME ESSERE UMANO. Indipendentemente
dal posto in cui hai conosciuto una persona, indipendentemente da come è
vestita, indipendentemente dal suo lavoro, qualunque cosa sia o faccia UNA DONNA
MERITA RISPETTO IN QUANTO ESSERE UMANO.
Io sono convinta
che la maggior parte dei maschi che leggono non lascerebbero un cane da solo
per strada di notte, figuriamoci una ragazza. C’è bisogno di fare campagne
anti-abbandono femminile? Me scema, pensavo che fosse una cosa assodata che non
si lasciano le fanciulle per strada, tu guarda come sono ingenua!
E NON MI DITE CHE
è COLPA DI LEI, CHE è USCITA CON ‘STO CRETINO. Bisogna smetterla di dare alla
vittima (sì, lei è una vittima) la colpa degli atti dell’aggressore.
VIOLENZA SULLE
DONNE è ANCHE QUESTO.