domenica 12 maggio 2013

Romeo e Giulietta ha ispirato la Legge di Murphy

In collaborazione con L'intraprendente


"Ma tu chi sei,

che avanzando nel buio della notte,
inciampi nei miei più segreti pensieri?
William Shakespeare



Secondo me Murphy, quando ha inventato la sua famosa Legge della Sfiga (“Se qualcosa può andare male, stai sicuro che lo farà”) e il suo corollario (“E nel momento peggiore possibile”) aveva appena finito di leggere Romeo e Giulietta.

La seconda di copertina. Originale.

Belli, giovani, ricchi. Piccolo particolare: discendono da due famiglie di Verona che si odiano a morte. E quando dico a morte intendo proprio a morte. La piccola Giulietta Capuleti (promessa sposa del nobile Paride Qualcosa) e il viril Romeo Montecchi pensano bene di innamorarsi follemente l'uno dell'altra e sposarsi in segreto. Sfortuna vuole che in una discussione un po' animata Tebaldo, cugino di Giulietta, uccida il cugino di Romeo, Mercuzio. Romeo non la prende bene e sgozza Tebaldo.
Condannato all'esilio, Romeo ha giusto il tempo di passare una notte d'amore con la mogliettina prima di prendere la via di Mantova. Intanto Giulietta è ancora promessa a Paride e dovrebbe sposarlo, così Frate Lorenzo le fornisce un veleno che la farà apparire come morta per quarantott'ore, e avvisa il bel Romeo di venirsi a riprendere l'adorata comatosa. Il messaggero (ovviamente) non riesce a raggiungere il Montecchi, che arriva a Verona, e, vedendo Giulietta morta trucida Paride che passava di lì per caso (anche lui, che tempismo), e si suicida. La nostra Capuleti preferita si sveglia, vede l'ecatombe e si toglie la vita anche lei, affranta dalla perdita del marito. Ecco, questo è il momento in cui io piango come una fontana. Incurante dell'imbarazzo delle persone attorno a me.

Così triste, e così romantico...

Ma dico io, ma si è mai vista una sfiga peggiore? Non è che Romeo poteva aspettare trenta secondi, prima di prendere decisioni affrettate? Ogni volta mi viene la tentazione di salire sul palco del teatro e parlamentare con l'amante disperato: “Ma no, parliamone, aspetta ad avvilirti... non vedi che non è morta davvero? E' una burlona, scherza soltanto... suvvia, aspetta dieci minuti e vedrai che si sveglia...”

Infatti la notizia che la casa di Giulietta a Verona venga adibita a suite matrimoniale per coppiette facoltose mi ha presa un po' alla sprovvista. 

Prima reazione, entusiasmo puro. Pensate che romantico, potersi svegliare la prima notte di nozze nella Stanza dell'Amore per antonomasia. “Vuoi già partire? L’alba è ancor lontana. Era dell’usignolo, non dell’allodola, il cinguettio che ha ferito poc’anzi il trepidante cavo del tuo orecchio. Un usignolo, credimi, amore; è lui che canta, a notte, laggiù sull’albero di melograno.”. Non doversi preoccupare che sia il canto dell'allodola o dell'usignolo, perchè non ci sono frotte di parenti assetati di sangue ad aspettarti, ma solo il resto della tua vita con la persona che ami. Sospiro sognante.

Seconda reazione, sconforto. Cinquemila euro a notte? Ma stiamo scherzando? E' più o meno il mio peso in dobloni d'oro! Magari se vendessi un rene al mercato nero...no, non speriamo inutilmente, non potrò mai permettermelo. Sospiro demoralizzato.

Terza reazione, perplessità. Ma siamo sicuri che gli auspici siano favorevoli? Una coppia per cui è stata inventata l'espressione “Star-crossed lovers” (amanti nati sotto cattiva stella) non è esattamente l'ideale, come precedente. E invece, forse, protetti dall'archetipo dell'Amore contrastato, i novelli sposi che guarderanno le stelle dal balcone più famoso della letteratura potranno scrivere un altro finale.

 E vissero per sempre felici e contenti.