lunedì 29 aprile 2013

I Benevoli Spiriti Superiori mi chiamano. Ma io non rispondo.

Per fortuna non sono l'unica pazza in giro. Se no mi preoccupavo.


 Sono mesi che guardo l'orologio e sono sempre le 11:11. O le 17:17. o le 21:21. Ultimamente abbiamo iniziato anche con la palindromia oraria. 14:41, 20:02, eccetera. Non è normale.
Quindi ho fatto ciò che tutte le persone-sane-di-mente-che-credono-di-star-impazzendo avrebbero fatto. L'ho googlato.
Sono approdata su siti pseudo-scientologiani (ma senza Tom Cuise, l'unico pregio di quella setta di squilibrati), che mi spiegavano con pazienza e amore che no, non sono pazza. Semplicemente degli Spiriti Superiori stanno cercando di mettersi in comunicazione con me tramite il mio orologio, per cambiare la mia vita e rendermi Regina del Mondo Mondiale. Ah, ok, adesso sì che sono tranquilla. Spiriti Superiori. Scema io che non ci sono arrivata da sola.

I settari mi comunicano inoltre che dovrei “Iniziare un cammino nella mia spiritualità”, ed “entrare in contatto con il mio Io interiore”. No, parliamone. L'unica cosa con cui voglio entrare in contatto è quella borsa di Bottega Veneta che ho visto in centro. Chissà poi perchè la commessa mi ha mandata via in malo modo. Le ditate sulla vetrina non erano poi così evidenti! Come sarebbe a dire che “Spavento le clienti”? Commessa cafona.

Bella, eh? E costa solo millemila milioni di Paperdollari. Praticamente regalata.

Ahem. Stavamo dicendo. Dovete capire che io ho una mandria di amiche iperattive. Lavoro, fidanzato, parrucchiere, cene, serate. Palestra. Tanta palestra. La più iperattiva delle mie amiche (bella, simpatica, bergamasca, non tace mai – beh, neanche io se è per questo, ma sorvoliamo) l'ho conosciuta a Pilates. E mentre a me bastano i miei tre quarti d'ora settimanali di attività fisica per sentirmi a posto con me stessa (oh, bene, ho fatto palestra, adesso però possiamo aperitivare?), lei frequenta anche lezioni di Yoga con entusiasmo. Seriamente, va anche ai seminari. Otto ore consecutive nella posizione dell'Indù Incazzato Perchè Ha Finito Le Sigarette.

Mi ha convinta a provare. Sai mai che entro in contatto con gli Spiriti Superiori.
Salutateee iiiilllll... Sooooleeeeee

L'insegnante sembra appena arrivata da un Ashram indiano. Sguardo verdissimo che proietta tutti i suoi Sette Chakra verso di noi povere villiche che non siamo ancora giunte all'Illuminazione.
Ma quando apre bocca ha la verve dell'annunciatrice di Trenord. Appassionante come un navigatore. Mo-no-to-no.

“Respiriiii profondiiii... rivolgeteee lo sguardooo verso l'internooo...”
'Ok, Iaia, fai la seria. Sguardo verso l'interno. Interiorizzati. Oh, guarda, la mia trachea! Non l'avevo mai vista da dentro!'
“Abbandonateviii alleee sensazioniii... rilassateviiii... sentiteeee il suooonooo del vostroooo respirooo...”
'Odio tutto questo. Voglio andarmene. Quando iniziamo a fare fatica, che mi devo da sfogà? Respira Iaia, respira.'
Nel frattempo, la vita della palestra si intromette prepotentemente nella pace della sala corsi * TUNZ TUNZ TUNZ PARAPARA TUNZ TUNZ *
'Molella! Che zarrata epica, da quanto non la sentivo! Il respiro Iaia. Non Molella. Il respiro, mannaggia.'
“Abbandonateee... tutteee... le tensioooniiii...”
'Caspita che fame. Ma avere fame fa parte delle tensioni di cui mi devo liberare? Fame, pussa via. Ok, non ho più fame. FAAAMEEE!'
“Adessooo... portateee il bracciooo destrooo dietro il sinistroooo... e toccatevii la puntaaa del nasooo con l'alluceee destrooo...”
'Toccarsi la punta del naso con l'alluce... aspetta. CHECCOSA? Oh tizia, tu hai dei problemi'
“In equilibrioooo sul pollicee... raggiungeteee la nucaaa.... con il talloneee sinistro...”
'Ce la posso fare. Pollice: check. Tallone sulla nuca: mmmgggghhhnnnbbb... ggrrgrhgrhrgh...'

Sì, certo. Facile.

BOOOOOOOM.
(questa sono io che rovino sul pavimento, aggrovigliata come il nodo di Gordio)

La maestra, con serafica imperturbabilità, guarda i miei contorcimenti da nasello nella rete: “Beehhh... per le principiantiiiii.. può essereeee difficoltosoooo...”

Difficoltoso? Difficoltoso TUA SORELLA!!

Tra lo yoga e il dentista senza anestesia, la seconda mi sembra un'alternativa di gran lunga preferibile. Con buona pace degli amorevoli Spiriti Superiori. Almeno avrò conservato tutte le tibie intatte, che ci sono affezionata, alle mie tibie.

Se vi è piaciuto l'articolo, mettete mi piace a Something Iaia's! Ogni giorno nuovi pezzi fashionpirla!

lunedì 22 aprile 2013

Studio sociologico-cazzeggiante delle Serate Milanesi



In collaborazione con L'Intraprendente

Sono solo io a pensare che ultimamente le classiche serate in discoteca stiano diventando noiose? Nessuno balla. Ti credo, i tacchi-a-spillo-con-plateau che la moda impone rendono difficile la deambulazione, figuriamoci le danze scomposte. E poi cola il trucco se ci si muove troppo. Meglio star ferme. Per far vedere che ti stai divertendo un sacco basta scoppiare in una risata acutissima (e immotivata), scuotere la chioma e guardarsi intorno per controllare che ti stiano guardando. Missione compiuta.
Gli uomini invece si dividono in due categorie: quelli che non sanno ballare e quelli che si sentono troppo fighi per farlo. Se non sapete ballare, per carità, STATE FERMI. Fermi, vi dico! Prima di peggiorare la situazione. In entrambi i casi i rappresentanti del sesso forte assaltano il bancone, si procurano il beveraggio, guadagnano faticosamente un punto d'osservazione ottimale (quello da dove si intravedono più fanciulle, ovvio) e mettono radici in quel punto.

L'unica è trovare un'alternativa. Io ne ho trovate due. La prima è quella delle serate con DJ superstar. A Milano ultimamente sono passati David Guetta, Afrojack, Paul Kalkbrenner, tanto per citare tre semisconosciuti. La seconda è quella delle feste a tema. Che tema? Qualunque tema. Marinai e Pupe. Animalier (zebre, pitoni, leopardi, eccetera. Sì, lo so, non il massimo del buon gusto, ma che ci volete fare, quest'anno gli stilisti hanno trovato l'ispirazione allo zoo di Central Park). Flower Power anni Settanta.

Le evidenti differenze tirano fuori la sociologa che è in me. E non posso non condividere.

David Guetta in tutto il suo splendore


DJ Superstar:
  • Target dai sedici ai ventidue anni, trangugiano droghe psicotrope come caramelle.
  • Vale la regola del buon automobilista, stai attento a quello che fai tu, ma soprattutto stai attento agli altri. Uno sguardo in tralice di troppo può scatenare la tragedia.
  • Non prendete il tavolo, è uno spreco. Il bello della nottata è scatenarsi in pista come se non ci fosse un domani.
  • Niente tacchi, sono scomodi.
  • Poco trucco, che a metà serata si scioglie e finite per assomigliare ad un panda ubriaco.
  • Almeno ascoltate qualche traccia prima di andare, che poi non conoscete la discografia e fate figure.

Il Flower Power Party del Pacha di Ibiza trapiantato a Milano. Tappa obbligata per il Presenzialista Agonistico.

Feste a tema:
  • Target: Milano bene, dai venti ai cinquant'anni. Il cinquantenne che ci prova con la ventenne è una costante.
  • Assicuratevi che sia davvero una festa a tema. Finire vestiti da hippie ad un raduno di yuppies milanès è il miglior modo per garantirsi morte sociale.
  • Prendete il tavolo. I poveri vanno in pista. La Milano-che-conta è assiepata nel privè. E poco importa se lo spazio vitale per persona è inferiore a quello di una favela brasiliana.
  • Non m'importa se state morendo dentro per il dolore ai piedi. La consegna è essere bella o morire. Quindi tira fuori le tue Loboutin e indossale.
  • E' concesso divertirsi. È concesso conoscere gente. Quindi lasciate a casa l'aria da “sono troppo figo per tutto questo” e godetevi la serata. Che lunedì si torna a lavurà.

giovedì 11 aprile 2013

FUORISALONE IS THE PLACE TO BE.


Sempre in collaborazione con L'Intraprendente. Manco da dirlo.

Indizio: andate lì.


Il presenzialismo agonistico è lo sport preferito dai milanesi. Anzi. È quasi una religione.
Il FuoriSalone scatena la paura più recondita : quella di perdersi qualcosa. Restare fuori, essere escluso, non sono possibilità contemplate.
Il Milanese, per sua natura, è IN. E quindi passerà una settimana a rimbalzare da un’esibizione ad un temporary museum, da un aperitivo eco a un’installazione artsy. Nel timore che da qualche parte di Milano ci sia un’installazione più chic. Una mostra più esclusiva. Un cocktail party più trendy. Non sopravviverebbe all’umiliazione.

No, non aspettatevi da me una guida agli eventi. Sono troppi. Guardate su Facebook. Dai, non mi dire che non hai Facebook. Ma dove vivi, nelle caverne? Vabbè, vai in zona Porta Genova/Tortona e stai sicuro che un posto dove bere gratis lo trovi. E intanto che sorseggi il tuo champagnino gentilmente offerto da casa di design (da cui non comprerai mai niente, causa prezzi esorbitanti e scomodità atomica), datti un’occhiata intorno. Ammira la variopinta fauna.

Hipster, hipster dovunque. Un hipster è un rappresentante di una corrente culturale (l’Hipsterismo) che, a forza di rifiutare ciò che è comune e omologato, e cercando con tutte le sue forze di essere originale, finisce per omologarsi a sua volta ed essere esattamente uguale agli altri hipster. Massì, che ne avete già visti in giro, anche se non sapevate come si chiamavano. Segni distintivi: occhialoni con montature enormi, meglio se di stilisti emergenti che nessuno conosce. Capelli rasati ai lati e ciuffi che vanno da tutte le parti. Da non confondere con il crestino gellato di Al- Sharawi, che quello fa calciatore tamarro. Accessori fluo. Vestiti a caso come se li avesse scelti un cieco, in realtà selezionati con cura maniacale.

Esempi di Hipster.

Dato che sono una persona utile e vivo per servirvi, di seguito alcuni trucchi per riconoscere a colpo d'occhio la categoria sociologica del soggetto che state osservando:
  • Se ha i tacchi è italiana. Nessuna donna di altra nazionalità è così ciula da mettersi i trampoli sul pavè.
  • Se ha le perle alle orecchie è una milanese fighetta che vuole vivere il brivido dell'esperienza bohémien.
  • Se è uomo, è gay. All'80% di probabilità. Come ha detto ieri un mio amico: “Tesoro, qui le uniche persone etero sono le donne”. Desolazione.
  • Se ha con sé cartellette/plastici/planimetrie/eccetera è un creativo, e vuole che si sappia. “Che dici, si vede che sono un creativo se sventaglio fogli a caso urlando che sono il mio ultimo progetto?”
This is FuoriSalone. E non è necessario essere dei creativi per capire che questo, questa settimana, IS THE PLACE TO BE.

mercoledì 10 aprile 2013

CHANEL, KARL LAGERFELD, E L'ARTE DEL RIMORCHIO


In collaborazione con L'intraprendente

Oggi sono andata a vedere la mostra di Karl Lagerfeld. Se non sapete chi è Karl Lagerfeld ve lo dico io, è lo stilista/icona della maison Chanel. Se non sapete chi è Chanel buttatevi nel Naviglio Grande al più presto, che la vostra vita non ha un senso.
E non ve lo racconto, perchè scrivere di Chanel in un articolo da tremila battute è un po' come fare il riassunto dell'opera omnia di Shakespeare sul retro dello scontrino Esselunga.
Insomma, Karl Lagerfeld ha preso uno dei capi cult della sua casa di moda, la Little Black Jacket (letteralmente, piccola giacca nera), l'ha schiaffata addosso a dei tizi e delle tizie, e li ha fotografati.
Mica dei tizi qualunque eh, sia mai. Star e superstar. Modelle. Attrici, attori, stilisti, ballerini. Socialites, che è un modo carino di descrivere una tizia che ha ereditato un sacco di soldi e passa la vita a fare shopping e presenziare agli eventi chic. E' un duro lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo.

Karl Lagerfeld. Dio, per gli amici.

Foto rigorosamente in bianco e nero. Soggetti sublimi. Camionate di complessi d'inferiorità per il visitatore. Ma ne vale la pena. Uma Thurman talmente sexy che ti viene voglia di mangiartela. Charlotte Gainsborough molto incinta e molto sorridente. Roberto Bolle (ballerino della Scala) in tutina, posa plastica e ali di piume nere. Anna Wintour (la direttrice di Vogue America, immortalata nel film “Il diavolo veste Prada”) di spalle, perchè il suo caschetto biondo è così riconoscibile che non c'è neanche bisogno di ritrarla di faccia. Carla Bruni, in tailleurino. Manca la scritta AAA ex Prèmiere Dame con esperienza pluriennale cerca Presidente in carica scopo matrimonio, astenersi perditempo. Menzioni d'onore ai maschietti, Alexander Wang (stilista) con il suo inquisitivo sguardo asiatico. Raphael Personnaz (attore) che non so in cosa abbia recitato ma mi è improvvisamente venuta voglia di guardare i suoi film. E ultimo ma non ultimo Vladimir Restoin Roitfeld (mercante d'arte), che è l'uomo della mia vita e ancora non lo sa.

La mostra. Un esempio dei complessi d'inferiorità che vi verranno.


Andateci, a questa mostra. Dico sul serio. Uno perchè è gratis. Due perchè è alla Rotonda della Besana a Milano, che è sempre un bel posto da vedere, anche se di moda non ve ne frega una cippa.
Tre perchè se siete donne potete vantarvene con le amiche, e se siete uomini potete usarla per far colpo sulle ragazze. Funzionerà, credetemi. Vi adoreranno. Sappiate però che finirete trascinati in interminabili sessioni di shopping: “Tanto i vestiti piacciono anche a te, no, sei andato alla mostra di Chanel!”. Ah, cosa non si fa per rimorchiare.

The Little Black Jacket,
by Karl Lagerfeld and Carine Roitfeld
Dal 6 al 20 Aprile 2013
Rotonda della Besana
Via Enrico Besana 12, Milano



lunedì 8 aprile 2013

CIPRO: GUIDA TURISTICA MOLTO POCO SERIA



In collaborazione con L'intraprendente

Cipro. Isoletta dimenticata da Dio e dagli uomini, fino a che non è arrivata RyanAir a fare scalo. Boom del turismo. Poi è arrivata la Merkel con i suoi completini da sciuretta. BOOM di tutto.
Questa è una guida molto poco seria all’altra Cipro, quella che lo sprèd non sa neanche cosa sia.

Cipro: il clima.

Fa caldo. No, non come il caldo di cui le fighette si lamentano qui (uh, che caldo, ci saranno trenta gradi), no, intendo FUCKING CALDO 50-gradi-all'-ombra-senza-ombra-CALDO. Quel caldo da sole che ti ustiona la testa e la terra ti ribolle sotto i piedi e l'aria è talmente rovente che ti sembra di essere in un enorme phon.

Bevete tanta acqua, bagnatevi spesso la testa, e soprattutto, non organizzate escursioni nel deserto a mezzo giorno. Non fate come noi, insomma.

Cipro: la flora.

Sul mare, nelle zone turistiche, sembra di essere in una serra a cielo aperto bouganvillee e oleandri a profusione (e un altro fiore fighissimo di cui non so il nome ma lo scoprirò – AGGIORNAMENTO: si chiama Frangipane e ha adornato la mia chioma per tutta l’estate, in una commistione Hawaiano- Cipriota).
Nell'entroterra,arbusti stentati tenacemente attaccati alla vita coperti di polvere e con l'aria derelitta.
Crescono a 50 metri di distanza l'uno dall'altro perchè non c'è abbastanza acqua per tutti e due, baby.
Ammirevole lo spirito di sopravvivenza, io sarei defunta da un pezzo, se fossi nata arbusto cipriota.

Cipro: la fauna.

La fauna cipriota è composta principalmente da mufloni, farfalle, tartarughe, gatti, e inglesi. La fauna inglese e i gatti meritano un post a sè.

Le farfalle sono enormi e coloratissime e ti rallegrano la giornata.

Le tartarughe depongono le uova in giugno sulle spiagge più fighe (chiamale sceme) e fanno covare le uova dal sole perchè loro non c'hanno sbatti. Le uova schiudono in settembre e le tartarughine neonate giocano una divertentissima partita a "Arriva al mare e nuota prima che il gabbiano affamato ti mangi".

I mufloni sono grossi e malmostosi e hanno corna ipertrofiche. Nota bene: attaccare briga con un muflone nuoce gravemente alla salute del turista.

Cipro: i gatti.

I gatti randagi possiedono l'isola. Sono ovunque. Porti, ristoranti, albergo, discoteche. La maggior parte sono piccoli, teneri e coccolosi. Alcuni portano i segni di battaglie combattute valorosamente. Orecchie mozzate, pelo mancante, cicatrici.
Tutti, indistintamente, convinceranno te, ricco turista, a privarti di parte del cibo nel tuo piatto, per donarlo ai poveri (loro).
Le tattiche utilizzate sono: guardarti male (funziona solo per i boss-gatti del luogo, quelli con le cicatrici).
Miagolare con aria "guarda come sono carino, sei proprio sicuro di non volermi dare un pezzo della tua succulenta carne per ricompensarmi della mia carinitudine?". Guardarti in un modo che impietosirebbe un guerrigliero congolese "capo, non mangio da un mese, ho famiglia, un mutuo, ti prego dammi un pezzo del tuo cibo.".

Non illudetevi, cederete. E rimarrete con l'impressione che siano loro ad avervi fatto un favore.

Cipro: gli inglesi.

Essendo stata dominata dalla Gran Bretagna fino agli anni '60, e avendo condizioni meterologiche migliori di Londra (non ci vuole molto, in effetti), Cipro è la meta elettiva per le vacanze estive degli inglesi.
La loro giornata tipo inizia verso le 10: sveglia, colazione con birra, uova e salsicce. Bleah. Ore 11: birra in piscina. Ore 12: sempre in piscina, ma con una birra nuova.
Ripetere la birra fino alle 6 e mezza/7 di sera: cena in un italianissimo ristorante dal nome esotico, tipo "Pepperoni Pizza" o "Spagetti Bolognaise". Bleah.

Verso mezzanotte il teenager inglese medio esce, con un unico obiettivo in testa: bere fino a perdere conoscenza.
Seguono scene disgustosissime. Uomini sudati e ubriachi, ragazze semisvenute e ubriache, madri che cercano di trascinare le figlie ubriache via dai locali, arresti di ubriachi in stato di ubriachezza molesta.

La moda inglese è talmente incommentabile da far sembrare il turista tedesco con sandalo e calzino bianco un modello di eleganza.

Attacco di patriottismo acuto.

Cipro: la storia.

Allora, un po' di storia. Cipro è stata dominata da qualunque pirla passasse per caso di lì: greci, ottomani, veneziani, inglesi eccetera. Nel '900 faceva parte dell'Impero Britannico, e le lady inglesi potevano andarvi a sfoggiare i loro vestiti leggeri, dato che l'estate a Londra si compone di circa 87 giorni di pioggia e 3 di grandine e l'unica cosa che puoi sfoggiare sono le tue nuove trendy galosce.
Negli anni '60 i Brits decidono che si sono stufati di avere un Impero così grosso (caaaara, è passato il momento dell'ostentazione, adesso gli Imperi vanno di moda piccoli e raccolti), e concedono l'indipendenza all'assolata isoletta.
Veloci come Bolt, i Turchi cercano di annettersi il territorio invadendolo.
Seguono un paio d'anni in cui turchi e greci si danno botte da orbi senza arrivarne a una. Viene tracciato un confine che divide a metà le due parti dell'isola e la capitale, pattugliato dall'ONU per controllare che i bambini greci e turchi non si menino.

Riassumendo: da una parte c'è l'euro (ancora per poco, visto il periodo), dall'altra la lira turca, e i greci ce l'hanno talmente tanto con i turchi che hanno cancellato Cipro Nord dalle cartine. (non scherzo)

Cipro: Nicosia, la capitale.

Mettevi in macchina. A circa due ore di tragitto da Paphos, in mezzo all'isola, sorge la capitale, Nicosia.
Arrivate boccheggiando dal caldo. Litigate col parcheggiatore che gioca a "spenna il ricco turista".
Mercanteggiare, mercanteggiare sempre.
Cercate i punti di interesse sulla microcartina fornita dalla guida turistica. Perdetevi in mezzo al nulla.
Bestemmiate fortissimo. Comprate una cartina della città.
Visitate la stupenda chiesa ortodossa di San Giovanni e il Monumento alla Libertà (Eleutheria, in greco).
Boccheggiate dal caldo. Gettatevi sotto un irrigatore, in una fontana, nel fiume, insomma dovunque, basta che vi rinfreschiate.
Entrate in una moschea, a piedi nudi e coperte da una palandrana informe gentilmente fornita all'ingresso. Fatevi guardare come sirene tentatrici. (mmmhh??)
Cercate sulla cartina l'entrata nella Nicosia turca, scoprite che è dall'altra parte della città. Bestemmiate fortissimo.
Fare il check point alla frontiera greca (poliziotti annoiatissimi che non vi filano di striscio). Fate il check point alla frontiera turca (poliziotti cattivissimi armati fino ai denti che vi guardano male manco foste corrieri della droga. Grandissimi sorrisoni ai poliziotti turchi, mi raccomando).
Visitate la zona turca, paradiso della contraffazione, delle spezie, delle moschee e dei mercati a cielo aperto.
Decidete che vi siete rotti di boccheggiare dal caldo e tornate indietro.

Tuffarsi in piscina al ritorno è la parte migliore dell'escursione.



Cipro: il cibo.

Una premessa: all'estero non si mangia italiano. Mai. Ever. Meglio ordinare per sbaglio qualcosa che non ci piace che correre il rischio di avvelenamento da pizza al ketchup.
Detto questo a Cipro si mangia bene, tanto, e a buon mercato. Prezzi da 10 a 30 euro (e per spendere 30 euro vuol dire che vi siete sbranati anche il ristoratore).
Vegetariani e vegani astenersi, è il paradiso della grigliata. Consigliatissimi i Meze, che sono l'equivalente di un Pranzo di Natale in Italia; vi porteranno qualunque tipo di cibo disponibile sull'isola, mangerete tutto perchè sarà tutto buonissimo, arriverete a fine pranzo pieni da scoppiare, ma scoprirete che in realtà siete solo a metà e vi porteranno ancora trentordici piatti.

Provate la Zivania, la grappa del luogo, solo se volete sentirvi dei mangiafuoco.

Cipro: le escursioni.

Obbligatorio dotarsi di una macchina, in quanto i trasporti locali sono da terzo mondo e i tassisti adorano alleggerirvi consistentemente del vostro dinero.
I siti archeologici di Paphos, l'antica capitale, sono notevoli per tre fattori: la pregevolezza delle opere d'arte, l'ottimo stato di conservazione, e il caldo micidiale. Portate acqua, tanta e fresca. Visitate le Tombe dei Re e l'antica Paphos, ammirate le costruzioni in pietra e i mosaici, fotografatevi nell'atto di uscire dalle tombe come Zombie. Fatevi guardar male dai turisti seri.
Recatevi a Kourion, esplorate l'antica dimora del defunto signorotto locale e il teatro semicircolare, oltre alla chiesa paleocristiana.
Stramazzate per un colpo di calore, fatevi soccorrere. Scappate in spiaggia.
Fate il bagno a Petra tou Roumiou, dove si dice che sia nata Venere. Perculate le turiste russe che si fanno foto da bimbeminchia.
Visitate le gole di Avakas, dove un fiume millenario ha scavato un grand Canyon, provate l'ebbrezza di passare sotto i massi pericolanti sperando che non vi cadano in testa.

O semplicemente, trovatevi una spiaggia che vi piace e arenatevi lì, che fa caldo.

Cipro: miscellanea e curiosità.

Innanzitutto, si usa l'alfabeto greco. Guardatevelo prima di partire, che poi quando siete in autostrada non sapete leggere i cartelli, 'gnurant.
Si guida a sinistra. Ricordatevelo, si guida a sinistra. Anche le rotonde si fanno in senso inverso. A SINISTRA, PIRLA, SEI CONTROMANO!
Nota dolente: assenza totale di figoni. I ciprioti sembrano briganti dell'800 e gli inglesi... no, non sono ancora così disperata, grazie.
I PR delle discoteche sono ovunque e sono degli sfrantecamaroni atomici. Non capiscono il significato della frase "No grazie, non voglio bere". Provate coi pugni, funziona.
Attenzione a non passare per sbaglio la frontiera turca. Alto rischio di impallinamento se vi va bene, morte per decapitazione con riti vudù se va male.
Le correnti marine sono fortissime. Non nuotate al largo se avete un minimo di spirito di autoconservazione.

LA GUIDA DI CIPRO è FINITA, ANDATE IN PACE.