giovedì 12 dicembre 2013

PRINCIPESSE E BASTARDI - Storia di ordinaria follia

Le mie serate si possono riassumere più o meno con “Faccio cose, vedo gente”. Come tutta Milano. Oltre a fare cose, e vedere gente, ASCOLTO LA GENTE. Ascolto veramente quello che mi raccontano, non per dovere sociale.

Ieri una mia amica mi ha raccontato una storia da SANGUE – GHIACCIO – VENE.

Lei, che chiameremo Esmeralda: bella, giovane, simpatica, romantica farfalla sociale in cerca dell’amore vero.

Lui, che chiameremo GRANDISSIMO BASTARDO (GB, d’ora in poi), conosciuto una sera al Byblos. Bellodamorire e che sa di esserlo.

Si scrutano, si annusano, si piacciono. Lei gli lascia il numero; lui, come è giusto che sia, la chiama. Inizia tutto, come sempre, con un aperitivo (così se ti rompi le balle puoi svicolare senza imbarazzi). L’aperitivo si trasforma in cena. Lui è il principe azzurro. Intelligente, brillante, comprensivo.

Al primo appuntamento ne segue un secondo. Fino a qui, tutto normale (lei ha già gli occhi a cuoricino, in tutto questo).

Ma.

DISNEY, SAPPILO, IO TI ODIO PER AVERCI CREATO FALSE ASPETTATIVE SUGLI UOMINI!

Lui si rivela per quello che è.

*I dialoghi sono realmente accaduti, giuro che non sono un parto della mia mente

ORE DUE DI NOTTE
GB: “Beh quindi, che facciamo, andiamo da me?”
E: “Ma guarda, è il secondo appuntamento, per chi mi hai presa?”
GB: “Beh ti ho preso per una che ho conosciuto al Byblos, che pretendi? E comunque io sono abituato alle ragazze che mi si buttano addosso, ma mi hai visto?”
(PREEEEEGO?!?!)
E: “Prego?”
GB: “Senti, ti do tre opzioni: o vieni a casa con me, o ti strappo i vestiti qui, o scendi dalla macchina.”
E: “Io vedo un’opzione sola.”
GB: “Ciao, allora.” Prende il cappotto della donzella, lo getta fuori dalla macchina, e LA LASCIA Lì. IN MEZZO AL NULLA. Senza punti di riferimento, senza niente. (dietro la stazione Garibaldi, in un’anonima stradina laterale come ce ne sono mille a Milano)

La nostra Esmeralda trova un taxi e torna dalle sue amiche, traumatizzata.
(Ringraziamo Iddio che la nostra amica avesse soldi per pagarsi il taxi e un cellulare per chiamarlo e che il taxi sia arrivato in tempo per trovarla sana e salva)

EPILOGO

A Roaring Rampage of Revenge. Tiè.


Nei giorni successivi, le amiche di Esmeralda riincontrano il GB. VENDETTA TREMENDA VENDETTA

Insultare lo stronzo: fatto.
Schiaffeggiare lo stronzo: fatto.
Lavarlo con un cocktail: fatto.

Per caso ti abbiamo fatto fare una figura di fango davanti a tutta la discoteca? OPS.
(e se vieni svergognato al Byblos, fidati, nessuno se lo dimenticherà tanto presto. Goditi la figuraccia).


Detto questo,

QUESTA IO LA CHIAMO VIOLENZA SU UNA DONNA.

Violenza non è solo schiaffeggiare, non è solo insultare, o urlare, o minacciare. No. Violenza su una donna significa metterla in posizione di inferiorità, mettere a rischio la sua sicurezza, e soprattutto IGNORARLA COME ESSERE UMANO. Indipendentemente dal posto in cui hai conosciuto una persona, indipendentemente da come è vestita, indipendentemente dal suo lavoro, qualunque cosa sia o faccia UNA DONNA MERITA RISPETTO IN QUANTO ESSERE UMANO.

Io sono convinta che la maggior parte dei maschi che leggono non lascerebbero un cane da solo per strada di notte, figuriamoci una ragazza. C’è bisogno di fare campagne anti-abbandono femminile? Me scema, pensavo che fosse una cosa assodata che non si lasciano le fanciulle per strada, tu guarda come sono ingenua!

E NON MI DITE CHE è COLPA DI LEI, CHE è USCITA CON ‘STO CRETINO. Bisogna smetterla di dare alla vittima (sì, lei è una vittima) la colpa degli atti dell’aggressore.


VIOLENZA SULLE DONNE è ANCHE QUESTO.