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mercoledì 25 giugno 2014

Corsi per Uomini: COME REGALARE FIORI BENE

IAIA PER IL PROGRESSO - Insegna anche tu il romanticismo a un uomo.

COME REGALARE FIORI BENE

Avete notato che di solito i maschi regalano fiori solo se c’è da farsi perdonare qualcosa?

Mi provoca un riflesso pavloviano, e poi finisce che associo fiori = rabbia/delusione/rancore/schifobleah. 

Lo svolgimento è più o meno:

Maschio fa minchiata pazzesca > Femmina si incazza come camionista ucraino > Maschio si rende conto che se vuole riavere i favori (leggi patata) di Femmina dovrà farsi perdonare > Maschio compra ENORME MAZZO di rose/tulipani/girasoli/carciofi > Femmina fa un po’ la sostenuta ma alla fine accetta perché dopotutto adora rose/tulipani/girasoli/carciofi.





Sì, Femmina accetta, ma Femmina mica è scema. Femmina si ricorda che fino a che non ti ha minacciato di eterna castità non ha mai visto neanche una margherita di campo.

Magari, non lo so, senza nessuna occasione precisa, senza bisogno di ottenere perdono, senza compleannianniversarisanvalentini, DONATELO UN FIORELLINO OGNI TANTO. No aiuole di Versailles solo quando Marte e Saturno sono in trigono e danzano il valzer attorno alla Luna.

E se qualcuno osa dirmi “Eh ecco, sempre così voi donne, sempre a guardare le cose materiali” giuro che LO PESTO.





E' il gesto, capito? IL GESTOOOO!



Ho concluso.






lunedì 30 settembre 2013

LA MENTE è UN APPARTAMENTO

Mi sono sempre raffigurata la mia mente come un appartamento. Con tutte le sue stanze, ognuna con il suo bravo compito.

La Cucina dell'Amicizia, la Sala da Pranzo della Famiglia, la Camera da Letto dell'Ammore, la Biblioteca della Carriera, il Soggiorno Tutto Per Me, il Salotto delle Conoscenze, il Bagno del Carattere, la Stanza degli Hobby.
Come dev'essere una casa. Rosa, prima di tutto.

Me la sono arredata. Con cura. Scegliendo i mobili che potevo scegliere e cercando di abbinare al meglio quelli che trovavo già lì.
Di solito ci sto come un pascià, nella mia mente ammobiliata.

Certo, ci sono i momenti in cui preferisco una stanza ad un'altra. Se mi sembra che la Biblioteca della Carriera non offra nessun nuovo libro da leggere vado a fare due chiacchiere nella Cucina dell'Amicizia. O mi spaparanzo beatamente sul divano del Soggiorno Tutto Per Me. Cambiamenti temporanei. Piccoli adattamenti.

Ci sono anche posti dove non vado volentieri. Lo Sgabuzzino delle Insicurezze, la Lavanderia della Coscienza Sporca, l'Angolo Buio dei Sogni Infranti, il Garage dei Desideri Irrealizzabili, la Soffitta dei Sensi di Colpa. Per carità, sono conscia della loro esistenza. Semplicemente, dato che mi sono fatta tutto 'sto sbatty per rendere la mia mente un posto soleggiato, arioso e gradevole, non vedo perchè dovrei andare a rovistare in posti umidi e bui. So che ci sono? Sì. Stanno bene dove stanno? Sì. Prima o poi vi metterò in ordine, ma non ora. Mi limito ad ammassare disordinatamente tutta la negatività e a buttarla nell'antro buio di turno. Oh, là. * chiude la porta, si spolvera le mani e se ne va soddisfatta *

Anche perchè, come ogni casa che si rispetti, la mia mente dev'essere pronta per accogliere ospiti. C'è gente che ci vive in pianta stabile (non avete un'idea del bordello che combina mio padre nella Sala da Pranzo della Famiglia, o dello stato di subbuglio in cui versa la Cucina dell'Amicizia da quando ho scoperto che la mia migliore amica si sposa. Aggiornamento: si è sposata, e vivono Felici e Contenti comeègiustochesia.)
Ci sono persone di passaggio, per periodi più o meno lunghi. Com'è ovvio, non a tutti mostro tutta la casa. Sì, prendete pure un aperitivo nel Salotto delle Conoscenze, ma poi tornatevene a casa vostra e non rompetemi le balle. Anzi, ripensandoci, tu mi sei simpatica, ti va di vedere la mia Cucina?

Come dicevo, è un posto bello in cui vivere, per la maggior parte del tempo.

Ma.

C'è sempre un ma, non ve l'hanno mai detto?

Il ma è il momento in cui devo puntellare il soffitto, perchè la Soffitta dei Sensi di Colpa ha raggiunto la capienza massima. E dato che le sfighe vanno sempre in coppia, o a tre, o a mazzi di dodici, lo Sgabuzzino delle Insicurezze è pieno da scoppiare. Rischia di esplodere.

Che non vi salti in mente di rifugiarvi nella Camera da Letto dell'Ammore convinti che i problemi spariranno se ve ne state rintanati lì. Beh, ovviamente io sono bravissima a dare consigli dopo aver personalmente combinato cazzate. Quindi fate anche un po' quel che vi pare e non ascoltatemi, che vivete bene uguale.
Come puoi pensare che un altro essere umano si accolli la responsabilità di mettere in ordine il casino che TU hai creato? Certo, c'è gente che lo fa per mestiere. I domestici. O gli psicologi. Ma mica gratis, eh.

E dato che insisto con il fai-da-me, sarà meglio mettersi al lavoro.

Come gli uomini immaginano le pulizie di casa...
É un lavoro improbo. Vi è mai capitato di avere un garage in cui ammassate tutte le cianfrusaglie che vi capitano a tiro (regali orribili di zia antipatica, mobili che non volete più, libri che non vi piacciono e si può continuare all'infinito)?

Ecco, uguale.

Armarsi di tutone informe, raccogliere i capelli in un poco attraente chignon, rigorosamente struccate. Certe fatiche si affrontano al naturale, ci si deve spogliare di tutti gli orpelli. Entrate nude e indifese nella vostra mente. E iniziate a spostare roba. È buio, polveroso. Non è piacevole, ma siete arrivate a un punto in cui rimandare ancora sarebbe devastante. Hai già rimandato il rimandabile Iaia, ora apri quello scatolone, e vedi che c'è dentro.

Il primo pensiero è “Oddio non finirò mai”. Vi sentite Sisifo, lanciato nell'Ade da Zeus e munito enorme pietra rotonda da spingere faticosamente fino alla sommità di una montagna, per poi vederla rotolare giù. E dover ricominciare da capo ogni volta.

...e come sono realmente

Ed è un lavoro che non finisce mai. Ma mai. Ma MAI. Io ci sono ancora in mezzo fino al collo, nel mio casino. Ma inizio a vedere le finestre delle stanze, che da tempo erano sepolte di rottami accumulati. E qua e là, qualche angolo di pavimento lucido.

Dai Iaia, dai che ce la fai.


E quando ce l'hai fatta, BOOM. Improvvisamente è aprile, e ti sembra il primo giorno di sole da una vita. E decidi che puoi liberarti del cappotto, e prendere la bici, e andare al lavoro cantando la tua canzone preferita, e il traffico ti passa vicino e tu neanche te ne accorgi perchè sei FELICE.

E la cosa migliore è che quella felicità te la sei conquistata da sola.

lunedì 18 marzo 2013

VOLEVO UN CUORE INFRANGIBILE

L'ammmore.



Preparatevi. In questo periodo sto riflettendo sull'ammmore. La peggior sfiga che possa capitare all'essere umano.

E intanto sto facendo pulizia. Nella mia vita, ma anche nel mio computer. E ho ritrovato questo, che avevo scritto in settembre. (già, in settembre. Fatevi due calcoli)

Perchè la frase più difficile al mondo da dire non è “Ti amo”.

E' “Non ti amo più”.


Essere, o non essere, questo è il dilemma:

se sia più nobile nella mente soffrire

i colpi di fionda e i dardi dell’oltraggiosa fortuna
o prendere le armi contro un mare di affanni
e, contrastandoli, porre loro fine.

Shakespeare, Amleto.

DISCLAIMER: ha già detto tutto lui, io non aggiungo niente di nuovo.


Io non l'ho mai capito, se in amore sia più forte chi resta o chi fugge.

E' una domanda che mi faccio da una vita.

E' più coraggioso chi resta ad aspettare nonostante le delusioni, la gelosia, l'incertezza?

Oppure ha più forza di volontà chi decide di recidere tutti i legami e andarsene, scegliendo di soffrire tanto prima per poi non soffrire più?

Giuro che non l'ha mai capito.

Beh, per quanto mi riguarda non ho dubbi. Io scappo. Fuggo. Meno le tolle. Ciao ciao, è stato bello ma anche no.

Che io il cuore mica ce l'ho infrangibile. Volevo un cuore in plexiglass e invece mi hanno dato in dotazione uno stupidissimo cuore in porcellana, di quelli che non solo si rompono ogni volta che cadono, ma per di più si incrinano ogni volta che prendono un urto.

Inutile cuore.

Quando sei piccola pensi che sia a prova di bomba, ti senti invincibile. Una Vera Figa. Non sarai mai una di quelle sfigate che piangono per amore, ne sei incrollabilmente certa.
Poi arriva il Primo Stronzo della Tua Vita (capostipite di Altri Innumerevoli Stronzi che passeranno) e ti rendi conto di aver fatto male i calcoli. CRASH, tutto in mille pezzi.

E allora torni in negozio, e chiedi una sostituzione “Mi scusi ci ho il cuore difettoso, si rompe quando me lo calpestano, non va mica bene,”

“Mmmh sì signorina, mi faccia controllare l'ordine... no, tutto corretto, hanno ordinato una ciulotta mora e magrettina con cuore fragilefragilefragilissimo”

...mannaggia.

“Ma non se ne può avere un altro, magari meno delicato? Le pago la differenza, non c'è problema”

“Mmmmhh controllo... no mi spiace, è appena scaduta la garanzia. Scade la prima volta che si infrange. Non posso fare niente, si deve tenere quello che ha. Buona giornata.”

Ecco, bene.

Abbiamo capito che cosa faccio per i prossimi sei mesi. Rincollo i pezzi.

Non è mai della forma originaria. Né della stessa consistenza. Si vedono le crepe. Trasuda colla.

Ma è il tuo cuore, è l'unico che hai e te lo tieni stretto.

La volta dopo fai un po' più attenzione. Lo cedi con un po' più di cautela, come se stessi maneggiando un soprammobile di cristallo. Ti applichi, studi, cerchi i Segnali Rivelatori di Bastardaggine. E sopratutto, se fiuti la mala parata fuggi.

Anche se ti piace tantissimissimo,

E infatti non ho mai capito quelli/quelle che io chiamo GLI EROICI. Di solito sono donne, ma ci sono anche fior di uomini esponenti della categoria.
Quelli che stanno lì e ASPETTANO.

Attendono gli eventi, fiduciosi che PRIMA O POI sarà il loro turno. E non importa se nel frattempo l'oggetto del desiderio si sta sbattendo l'intera Pianura Padana e parte della Riviera Romagnola.

L'eroico ci soffre come se gli avessero spappolato le dita in una pressa ma rimane. Segna il territorio. Non cede di un millimetro.

Io, o eroico/a, TI RENDO ONORE. Sappilo, che c'hai sotto du'pallecosì.

Io però non ce la posso fare.