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mercoledì 19 novembre 2014

NON SONO UNA STRAFIGA MA FACCIO LA FASHION BLOGGER.

Lo ammetto. Mi dispiace.

E' che proprio non ce la faccio a fare la fashion blogger figa. Non ce la faccio a mettermi davanti allo specchio, occhio ammiccante, e boccuccia a becco di papera, e a mostrarvi quanto sono gnocca.

Femmine, invidiatemi!
Maschi, vogliatemi!


No non ce la faccio. Io sono scema, dento, fuori e nei dintorni. Sono ironica. Autoironica.

Io con la moda mi diverto davvero,e mi rompo i coglioni a stare un'ora a gelare per le strade di Milano aspettando che il fotografo trovi la giusta luce e la giusta inquadratura per immortalare dei vestiti che a me magari non piacciono neanche.

I selfie me li scatto la mattina che sono in super ritardo, e ho tempo giusto per una foto sfocata e con la faccia da pirla. Embè?

Superfiga non sarò mai. Adriana Lima lo nasci per botta di culo genetica, non lo diventi. Cosa devo fare, chiudermi in casa per sempre, vestita di tela di iuta, perchè non sono una topa da paura?

Ma anche no.



Mi piaccio. Davvero. Mi piace il mio naso storto, mi piacciono le mie tette non pervenute, mi piace che sono tutt'ossa. Soprattutto, mi piace la mia personalità.
La esprimo facendo l'esuberante, la scema, scrivendo minchiate, e sì, anche vestendomi la mattina.

E mi piace far vedere queste cose alla gente (ecco, magari le tette in primo piano anche no). Perchè nessuna di noi è un'ultrafiga, ma possiamo piacerci comunque.
Possiamo vestirci comunque.
Possiamo esprimerci comunque.

Perchè non è la bellezza che ci dà diritto di parola. Il diritto di parola te lo prendi.


Quindi lo ammetto:

NON SONO STRAFIGA E FACCIO LA FASHION BLOGGER, QUALCUNO HA QUALCOSA IN CONTRARIO?
(esce O-Ren Ishii direttamente da Kill Bill con la katana sguainata)

...nessuno?

Molto bene. A posto così.

Baci a tutti, lovvate voi stessi,

quella pirla di
Something Iaia's

(condividete l'ammore, il pezzo, e mettete mi piace alla pagina, se vi va! Se non vi va sono a piangere quietamente in un angolino senza dare fastidio a nessuno, non preoccupatevi)

mercoledì 14 maggio 2014

Victoria's Secret: Più Modelle Brutte Per Tutti




Buongiorno amici, benvenuti alla Giornata Mondiale della Bassa Autostima Femminile.

Ovvero, LA SFILATA ANNUALE DI VICTORIA'S SECRET.


Voi. Sì, voi. Vi odio.

Ricordiamo che gli Angeli non sono umani, ma sono l'arma segreta del un complotto alieno per conquistare a terra provocando complessi d'inferiorità nelle donne. (che, convinte di essere cesse, non si mostrano nude ai propri uomini, non ciulano, non si riproducono. Estinzione della specie umana).

Alcuni fatti divertenti (hahahaha NO.) :

- Le modelle sono a dieta liquida per le due settimane precedenti. Nelle 24 ore prima della sfilata NON INGERISCONO NULLA, neanche acqua. Al termine dello show svengono in camerino.

- Le truccatrici spalmano 7 (sette) strati di fondotinta sul fondoschiena delle superfigone. Non osate mai più farvi problemi per il vostro sedere, se anche quello di Adriana Lima ha bisogno di essere plastificato.

- Non pensate che comprare intimo di Victoria's Secret vi farà diventare come loro. Al massimo vi farà sentire ciofeche e vorrete mettervi a dieta.


Cioè scusate ma io vado a nascondermi in uno sgabuzzino.

A quando le sfilate di intimo con modelle cesse e ciccione, che a paragone ognuna di noi sembra superpassera? Quello servirebbe.

PIù MODELLE BRUTTE PER TUTTI.

Ho concluso.

lunedì 7 ottobre 2013

Facebook Fa Di Noi Dei Disadattati




Dire che adoro i social network sarebbe un’esagerazione. Non sono su Pinterest. Nella mia foto di Linkedin ho gli occhiali da sole (tutti i cacciatori di teste vi diranno che è il miglior modo per suicidarsi professionalmente). Twitto quando mi ricordo di avere un account Twitter, quindi mai. Il mio profilo Google + fa piangere.

Eppure, pur non essendo una socialmaniaca a tutto tondo, poche cose mi danno gioia come Facebook. 

Se non metto Burlesque in ogni cosa che scrivo la mia vita non ha un senso, quindi statemi dietro


Tre motivi principali:

Pettegolezzi pubblici


Tizio –che non vedi dai tempi del liceo - si è lasciato con Caia. Perché lo tradiva con Sempronio. E tu (che negli anni novanta lo saresti venuta a sapere a una riunione di compagni di classe, sei mesi dopo) ti godi in diretta il vespaio. Tizio ha preso a sberle Sempronio (interessante), davanti a Caia in lacrime (chissenefrega). Sempronio ha pagato sicari per spaccare le gambe a Tizio (appassionante), ma Caia si è messa in mezzo e ha riportato fratture multiple (aspetta che prendo il pop corn, è meglio del cinema). Amici che si dividono in fazioni, conseguenti cyber risse Greci – amici della fedifraga contro Troiani – amici del cornuto.

Rissa! Rissa! Rissa! (noi da casa, davanti al computer)

E tutto questo intrattenimento GRATIS, senza muoverti da casa! Che meraviglia.

Cyberstalking




Niente di grave, o illegale, per carità. Ma tu sei carino. Io sono interessata. Quindi mi studio il tuo profilo finchè non ho scoperto orientamento sessuale (facile: se posta video di Britney Spears è gay), livello d’istruzione (se invece di scrivere c’è scrive: ce, cè, o c’e, ce-stinare), situazione sentimentale (se una tipa mette mi piace ad ogni suo post, al 90% è la sua ragazza. E sta marcando il territorio. Scappare veloci, che nessuno ha voglia di essere picchiata da tizia ipergelosa), caratteristiche personali e interessi (foto di sé allo specchio: narciso. No grazie. Mille foto, ognuna con una ragazza diversa: narciso E playboy. No grazie. Foto di automobili: un futuro di domeniche passate a guardare Formula 1. No grazie. E così via). Un po’ di sano cyberstalking preventivo può evitare cocenti delusioni.


Autostima


Le brave persone traggono autostima dal numero di “Mi piace” che ricevono i loro post. “Oh, guarda, venti mi piace, si vede che la gente mi vuole bene e mi stima e mi vuole dimostrare il suo affetto partecipando alla mia vita con un click del mouse”. Questa è una persona sana, mentalmente stabile, con un’esistenza piena e soddisfacente.

Le persone instabili, mentalmente disturbate e stronze terminali come me traggono autostima dalle foto altrui, riuscite male, dagli errori grammaticali, dalle banalità, dai luoghi comuni. E’ brutto da confessare, ma è così, ammettiamolo. 

Autostima direttamente proporzionale alla stupidità dei post su FB. Che persona triste che sono.


Tutti noi abbiamo complessi da superare, problemi di cuore, scarpe superfashion in saldo di cui non è rimasto il tuo numero. È in quei momenti che necessiti la conferma che esiste qualcuno messo peggio di te. Che non sei proprio l’ultimo anello della catena alimentare sociale. UN amico su Facebook che posti la foto dei suoi piedi brutti, per Zeus, non chiedo tanto! UNO! C’è sempre qualcuno, grazie al cielo, che non ha idea di quello che si può e non si può pubblicare sui social. E il grafico dell’umore improvvisamente s’impenna.


lunedì 23 settembre 2013

MagraUgualeBellaUgualeFelice STICAZZI




Ultimamente mi capita spesso che mi dicano “Come sei magra!” oppure: “Beata te che sei magra!”. Con un misto di invidia e ammirazione.

Perché ti hanno detto che magrezza tre quarti di bellezza, e una donna bella, si sa, è una donna felice?

Deve essere felice, cazzo! 

Se no a cosa servirebbero tutti questi interminabili, ferrei Ramadan iniziati di lunedì (da oggi solo insalata scondita e pollo alla griglia senz’olio. Né sale. Né gusto.) e finiti il martedì alle ore 18.30 perché “il lavoro mi fa ammattire, me lo merito un barattolo intero di Nutella mangiato direttamente con le dita”. Anzi, fai in endovena và, che si fa prima.

A cosa servirebbero gli innumerevoli sensi di colpa da cibo? “Ecco, lo sapevo che non avrei dovuto farmi tentare da quella pizza al triplo pomodoro ripiena di lardo… Ma avevo fame! E comunque, da oggi palestra, così brucio anche tutte le calorie del maialino da latte allo strutto e marmellata di bucce di patate. Senza se e senza ma. Vabbè, da domanipalestra. Ma domani vado! Davvero!”.

Beh, lasciatevelo dire da una magra. Vi hanno ingannate. Non è vero che magra uguale bella ergo felice.

Perché una volta che finalmente sarai diventata magra (che poi, come si fa a capirlo? Spunta dalla bilancia un tizio con cappellino di Capodanno e trombette che ti seppellisce di coriandoli al grido di “Complimenti! Ce l’hai fatta! Sei magra!”?) ci saranno:
- le tette (assenza di, o abbondanza di. Mai contente). Perché ovvio, devi pesare cinquanta chili ma avere il davanzale della Pemela Enderson. Come se cose del genere esistessero in natura;
- la forma del naso. Sono fiera portatrice sana di naso storto. A me piace, il mio naso storto. Non mi hai mai fatto niente di male, perché dovrei prenderlo a martellate per raddrizzarlo? È un po’ una guerra preventiva, e a me George Dabliù Bush mi è sempre stato grandemente sulle balle;
- le gambe che non sono abbastanza lunghe;
- gli zigomi che non sono abbastanza definiti;
- le caviglie che non sono abbastanza sottili.
- la cellulite, vogliamo parlare della cellulite, ‘sta iattura democraticamente universale? Ecco, no, non parliamone che mi viene l’ansia.
Potrei continuare all’infinito, vi prego, fermatemi. Ma ci rendiamo conto? Una avrebbe bisogno un chirurgo à porter. In borsetta. “Oddio, non mi piace l’incavo del mio gomito!” E –zacchete!- bisturi. Gomito perfetto. “I lobi delle mie orecchie sono grassi!” Zac! Manco il tempo di dirlo, liposuzione ai lobi (o si dice lobotomia? Ah no, quella l’hanno fatta a me da piccola).

Perché il problema non è la bilancia. Il problema non è lo specchio. Il problema sei tu. Il problema è l’ansiogena condizione umana che ti spinge a desiderare di essere ciò che non sei e di avere ciò che non hai.

Non saremo mai perfette. Accettiamolo.

Ci saranno giornate sì, in cui ci sentiremo supersciantose pazzesche e spaccheremo il mondo e conquisteremo il Principe Harry (ricordiamolo, il terzo in linea di successione al trono d’Inghilterra e l’unico con ancora tutti i capelli in testa). Poi, se mai dovesse succedere, sappiate che Shakespeare ha scritto un libretto d’istruzioni facile e maneggevole sull’ascesa al trono. Si chiama Macbeth. Lady Macbeth è simpatica. E io non vi ho detto niente.

E ci saranno giornate no, in cui le foglie scartate dell’insalata al supermercato vi daranno lezioni di autostima. Accettarle. Modalità sopravvivenza. Mantra “Domani è un altro giorno domani è un altro giorno” on. Passerà, giuro. Impariamo ad accettarci, perché se non ci amiamo noi per prime, come possiamo pretendere che lo facciano gli altri?