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mercoledì 19 novembre 2014

NON SONO UNA STRAFIGA MA FACCIO LA FASHION BLOGGER.

Lo ammetto. Mi dispiace.

E' che proprio non ce la faccio a fare la fashion blogger figa. Non ce la faccio a mettermi davanti allo specchio, occhio ammiccante, e boccuccia a becco di papera, e a mostrarvi quanto sono gnocca.

Femmine, invidiatemi!
Maschi, vogliatemi!


No non ce la faccio. Io sono scema, dento, fuori e nei dintorni. Sono ironica. Autoironica.

Io con la moda mi diverto davvero,e mi rompo i coglioni a stare un'ora a gelare per le strade di Milano aspettando che il fotografo trovi la giusta luce e la giusta inquadratura per immortalare dei vestiti che a me magari non piacciono neanche.

I selfie me li scatto la mattina che sono in super ritardo, e ho tempo giusto per una foto sfocata e con la faccia da pirla. Embè?

Superfiga non sarò mai. Adriana Lima lo nasci per botta di culo genetica, non lo diventi. Cosa devo fare, chiudermi in casa per sempre, vestita di tela di iuta, perchè non sono una topa da paura?

Ma anche no.



Mi piaccio. Davvero. Mi piace il mio naso storto, mi piacciono le mie tette non pervenute, mi piace che sono tutt'ossa. Soprattutto, mi piace la mia personalità.
La esprimo facendo l'esuberante, la scema, scrivendo minchiate, e sì, anche vestendomi la mattina.

E mi piace far vedere queste cose alla gente (ecco, magari le tette in primo piano anche no). Perchè nessuna di noi è un'ultrafiga, ma possiamo piacerci comunque.
Possiamo vestirci comunque.
Possiamo esprimerci comunque.

Perchè non è la bellezza che ci dà diritto di parola. Il diritto di parola te lo prendi.


Quindi lo ammetto:

NON SONO STRAFIGA E FACCIO LA FASHION BLOGGER, QUALCUNO HA QUALCOSA IN CONTRARIO?
(esce O-Ren Ishii direttamente da Kill Bill con la katana sguainata)

...nessuno?

Molto bene. A posto così.

Baci a tutti, lovvate voi stessi,

quella pirla di
Something Iaia's

(condividete l'ammore, il pezzo, e mettete mi piace alla pagina, se vi va! Se non vi va sono a piangere quietamente in un angolino senza dare fastidio a nessuno, non preoccupatevi)

giovedì 18 settembre 2014

UN DIAVOLO PER CAPELLO

Ieri. Iaia. Parrucchiere.

Un evento raro come una glaciazione.

So che si suppone che le fashion blogger siano sempre perfette precise vestite alla moda e ingioiellate.

Ma invece no.

Capelli a minchia: sulle riviste...

A parte che ho un lavoro, perchè sapete com'è, mangiare bisogna mangiare.
A parte che sto facendo un master perchè mi andava. (Che la frase "Ma chi me l'ha fatto fare, ammè" sia stata ripetuta circa quindici trilioni di volte è ininfluente.)
A parte che c'ho una vita, che si compone di tutti gli elementi che generalmente caratterizzano una vita. Che so, un fidanzato simpatico, amiche in crisi, una casa da pulire, solita roba insomma.

Comunque, io sono umana e mi comporto da umana e c'ho la paglia in testa come tutte le donne normali.

...e la triste realtà.


Quindi, prima di dover ricorrere a contadino con mietitrebbia per domare la chioma incolta, ieri sono andata dal parrucchiere.

E lì, INCAZZATURA PROFONDA.

COME STARE SU UN VOLO RYANAIR.
Avete presente quando vi siete alzati alle sei e avete trascinato cinque valigie per mezza Lombardia e al check in c'era una coda interminabile di pirla che hanno deciso di partire il vostro stesso giorno, mortacciloro?
Volete solo sedervi al vostro posto in aereo e svenire, giusto? Sbagliato.
Perchè è lì che dalla cabina parte "Compra le sigarette elettroniche! Compra i profumi! Compra i biglietti della lotteria fortunatissima! COMPRA STICAZZI! COMPRA!"

Ecco, stare dal parrucchiere è la stessa cosa.

Con l'aggravante che per venderti la qualunque usano il metodo: "Devi avere questo prodotto costosissimo perchè SEI UN CESSO e solo con questo fantastico, esclusivo, meraviglioso prodotto costosissimo diventerai supersciantosa e tutti ti sbaveranno dietro."
Una, due, tre, cinquantasette volte.
Con la collaborazione della fantastica Rioca di Inchiostro Antipatico! https://www.facebook.com/pages/Inchiostro-antipatico




















Non sei solo pesante, parrucchiera, sei anche maleducata.

Uno: ringraziando il cielo la mia autostima non dipende dalla crema SplendLucidRipar.

Due: se voglio qualcosa stai tranquilla che te lo dico, mi hanno fatto la bocca per esprimere quello che penso.

Tre: mi metti a disagio. Risponderti "no" una, due, tre, cinquantasette volte MI METTE A DISAGIO, come te lo devo dire?

Quattro: è una politica di marketing cretinissima. Perchè io dal parrucchiere ci vengo per rilassarmi e per sentirmi più faiga, e se tu continui a farmi sentire a) a sotto attacco, e b) un cesso, io da te la prossima volta non ci torno più. COMPRENDIDO?

Sono stata brava e gliel'ho detto con garbo e gentilezza. Brava Iaia, brava.

La morale è che SONO STUFA di dover comprare cose inutili solo perchè mi fanno sentire brutta e inadeguata. Sono stufa di queste politiche di marketing delle case cosmetiche.

Quindi esorto tutte le mie bellissime lettrici (io non ho lettrici brutte, proprio non ce le ho, mi spiace), a mandare a quel paese tutti quelli che ti dicono che la cellulite è una malattia, che i tuoi talloni screpolati fanno scappare la gente dalla spiaggia, e che il solo essere donna ti obbliga a comprare una marea di cazzate per non sentirti una merda totale. A QUEL PAESE DEVONO ANDARE.

Pace&amore bimbe, e sappiate che se mettete mi piace a Something Iaia's (sotto), o condividete i miei pezzi, da qualche parte una donna con la cellulite VIVE BENE LO STESSO. Tiè.



martedì 18 marzo 2014

DISCO INFERNO



ENGLISH VERSION - Versione italiana SOTTO


The other night I went clubbing.\ I have a problem.

I majored in the wrong subject.

I mean, I have a Master's Degree in Finance (yes, I know it sounds weird from the girl whose blog is full of bullshit like Thanksgiving Day's turkey is full of cranberry sauce). I SHOULD HAVE TAKEN SOCIOLOGY. Or Ethology. Or Whateverology. Because I have a super power. Nedless to say, it's a useless super power, like forecasting yesterday's weather. It wouldn't be me otherwise.

I have the mind movies superpower. I shoot such good flicks in my mind that I make Lord of The Ring seem like a short film. Take that, Peter Jackson!

My last mental trip:

ANIMALS IN THE WILD = CLUB FAUNA

Let me explain, so I don't seem crazy (Yes, I know I do. Politely ignore this fact, please).

AT THE BAR:

It's DOG EAT DOG. Nobody cares if you've been queuing forever, and you're going to faint from dehidration, barista will always give his undivided attention to (from least powerful to most powerful):

  • The monkey-man who pushes and screams the most. He's a bully and you aren't. He wins.
  • The girl with the biggest tits. Big tits on the bar > Bully
  • The barista's friend. Because I don't care who you are or where you come from, playing Xbox together for hours, days, months, always creates a lifelong bond. VIP spot at the waterhole guaranteed, like, FOR EVER.
No, I don't care if you've been waiting for your drink, I have to show off for the big-breasted girl. Now go away. 


AT THE LADIES' ROOM:

Seriously, I've seen favelas cleaner than a club toilet at three o' clock in the morning. Please try to envision your office's restrooms in that kind of state. Sudden strike, protestors organizing picket lines, employees chained to the bank's gates, and a brand- new italian scandal “CLEAN TOILETS”.

Girls with handbags worth a zillion Duck Dollars just mutter a vague “Ew, gross!”. Had it been their house bathroom, they would have skinned the Philippine alive, hanging her skin in the living room as a reminder to the new Portorican maid, just to show her how to behave, thank you very much.

Do you like my new carpet? It's my last maid.


MEN:

Guy drunker than Paul Gascoigne approaches with a winey, persuasive breath, and slurs: “Ehi, beauty open bracket places hand on my bottom close bracket wanna come with me?”

Wow, playboy, I don't know if I'm more flattered by your eau de wisky-and-tonic breath or by your winning personality! Consider me tempted.

My kind answer is THANKS BUT NO, THANKS, and remove that hand from my derrière AT ONCE, IF YOU DON'T WANT ME TO CUT IT AND BURN THE STUMP, Muzio Scevola.



AT THE ENTRANCE:

At the Post Office, whene there are more than ten people queuing, instead of waiting patiently for your turn to come, it's always a booming “It's a shame” here and an indignant “I'm a taxpayayer!” there.

At the club? Silence, order, neat queue – exception for the friend of the friend of the friend that high- fives the bouncer and nonchalanty gets in – who cares about nine-inch-heels that are killing you. Who cares that you're beginning to hibernate since you've left your coat in the car, to avoid paying the two euros cloakroom (so lame, I know, but we've all been fifteen and pennyless, come on)

AND DON'T EVEN GET ME STARTED ON THE DREADED HAND- STAMP!
What am I, a cow to brand?!? Puh-leeease!


WOMEN:

The club is the only place where you can pull off wearing the latest Moschino collection and not be dragged to the asylum. I heard straightjackets are in, this year. Ah, and leopard print galore, of course.

OUCH! OUCH!

What happen, did someone stump on your feet?

No, they just stabbed me to death at the fashion sense, right here, between my heart and my lungs.



Yes, it's for real. Get over it.

VERSIONE ITALIANA



L’altra sera sono andata a ballare. E ho scoperto di avere un problema.

Ho sbagliato facoltà.

Cioè, ho fatto Finanza (sì, lo so che sembra strano, detto da una il cui blog è infarcito di minchiate come un tacchino nel Giorno del Ringraziamento è infarcito di salsa ai mirtilli). DOVEVO FARE SOCIOLOGIA. O Etologia. O qualcosa-logia. Perché ho scoperto di avere un superpotere. Ovviamente è un superpotere inutile, tipo prevedere il meteo di ieri. Se no non sarei io.

C'ho il superpotere dei film mentali ,che il Signore degli Anelli a confronto è un cortometraggio. Beccati questa, Peter Jackson!


Il mio ultimo trip:

ANIMALI NELLA SAVANA = FAUNA DA CLUB

Fatemi spiegare, che se no sembro matta (sì lo so che lo sembro comunque. Ignorate educatamente questo fatto).


AL BAR:

Vige la legge del più forte. Non importa se sei in coda da ore, e stai per svenire dalla sete, il barista darà sempre la propria attenzione (nell’ordine, dal meno potente al più potente):

  • al primate che sgomita e sbraita più forte. Lui è prepotente e tu no, quindi vince lui.
  • alla tipa con le tette più grosse. Tette grosse sul bancone > tizio prepotente
  • all’amico del barista. Non m'interessa chi sei o da dove vieni, giocare alla Playstation insieme per ore, giorni, mesi, crea legami indissolubili per tutta la vita e garantisce precedenza all’abbeveratoio. Tipo PER SEMPRE.
Non m'interessa se stai aspettando il drink, devo fare il figo con la tettona. Va' via.


IN BAGNO:

Seriamente, ho visto favelas più pulite delle toilettes dei club alle tre di mattina. Immaginate se il bagno del vostro ufficio fosse conciato in quelle condizioni. Sciopero immediato, picchetti di protesta, impiegati incatenati ai cancelli e nuovo scandalo italiano “CESSI PULITI”. Invece no.

Ragazzine con borse da milioni di paperdollari borbottano un vago “che schifo”. Fosse il bagno di casa loro scuoierebbero viva la domestica filippina e appenderebbero la pelle in salotto, così, giusto per ricordare alla prossima domestica brasiliana come ci si comporta, grazie.

Piace il mio tappeto nuovo? E' la mia ultima cameriera.


UOMINI:

Tizio più ubriaco di Paul Gascoigne si avvicina e con alito vinoso e suadente sbiascica: “Ehi, bellezza aperta parentesi appoggia mano sul mio fondoschiena chiusa parentesi ti va di fare un giro con me?” Uao seduttore, non so se è più prorompente la tua personalità o il tuo alito eau de wiskytonic! Considerami tentata.

Rispondo gentilmente GRAZIE MA NO, GRAZIE e leva quella mano dal mio fondoschiena IMMEDIATAMENTE o TE LA TAGLIO E BRUCIO IL MONCHERINO, Muzio Scevola.



ALL'ENTRATA:

Alle Poste se ci sono più di dieci persone in coda, invece che aspettare pazientemente il proprio turno, è sempre un sonante “Ma è un’indecenza!” qui, e un indignato “Io pago le tasse!” là.

To the club? Zitti, muti, fila ordinata  - a parte l’amico dell’amico dell’amico dell’amico che schiaccia il cinque al buttafuori ed entra con nonchalance – chissene del tacco dodici che ti sta uccidendo. Chissene del principio di ibernazione dovuto cappotto lasciato in macchina per non pagare i due euro di guardaroba (una poraccitudine senza fine, ma siamo stati tutti quindicenni e squattrinati, oh)



E NON FATEMI PARLARE DEI TIMBRI SULLA MANO!
Cosa sono, una mucca da marchiare? Mapperfavore!



DONNE:

L’unico posto dove ti puoi permettere di indossare l’ultima collezione Moschino senza che ti ricoverino alla neuro. Le camicie di forza vanno un casino quest'anno. E per non farci mancare niente, betoniere di leopardato.

AHIA, AHIA, CHE MALE!!

Che succede, ti hanno pestato un piede?


No, mi hanno solo pugnalato a morte al fashion sense, proprio qui, tra il cuore e il polmone.



Sì è vero. Non rompete.





lunedì 10 marzo 2014

I BELIEVE IN MYSELF


First post in ENGLISH and ITALIANO.

VERSIONE ITALIANA SOTTO.


It's a difficult period in my life. I said difficult, not bad. But complicated. Time-consuming. Too much things to do, too little time. Too many people that say “No, you can't do it”.

When I'm in doubt, I write. It reminds me of who I am, and why I live. It makes me feel alive.

I don't do random things, even it it seems.

I'm not stupid, even if it seems.

I've got beliefs.

Here they are.

I BELIEVE.

I believe the easy way is the most boooring. I believe in curves, in climbs, in stops just to have a rest and enjoy the view. I believe in hard work, I believe in obstacles and finding a way to overcome them, if it was easy everybody could do it and it wouldn't be special anymore.



I believe the best answer to those who say “You can't do it, it's impossible” it's “FUCK IT, I JUST DID IT”, what do you have to say now?

Albert Einstain is saying that you can go FUCK YOURSELF.

I believe in love. I believe in fighting for love. I believe in showing love. I believe in making love. A LOT OF LOVE.



I believe in people. I believe in the creepy doorman that greets me every morning, i believe in the shopkeeper at the supermarket that helps me with my grocery shopping, I believe in the kind receptionist at my workplace that instead of dissing me because I LOST MY FUCKING THIRD BADGE IN A FUCKING WEEK, she gives me another, smiling (!!!)

I believe in second chances. I believe in mistakes, I believe in going back crying and screaming “SORRY IF I MESSED UP BAD” and in really changing yourself to get back what you lost.

Pretty much self-explanatory

I believe in listening.

I believe in trying new things. Even if you think you can't stand them. You try, you try FOR REAL, and then you decide “No, this sucks”. Or maybe not. (like oysters. Oysters are Heaven-on-Earth. But if you let yourself be stopped by the general sliminess of the thing, you'll never know that Heaven-on-Earth is for real. OYSTERS, people, I swear. Try.)

I believe in coffee. I believe in coffee in the morning. Well, I don't believe in mornings, but I've been forced to believe it's real. I don't believe in being punctual, either, and no one persuaded me still.

My personal alarm clock. and yes, it's always like that.

I believe that everyday make-up is an armour. I believe in showing the world your best face, even if you feel like shit. I believe that a new dress can work wonders on your confidence.

Yves Saint Laurent knows better.

I believe in changing yourself inside and outside because you feel like it, not because you need to appease others.

I believe in smiling.

I believe in enthusiasm. I believe in positivity. I believe that if you think “Tomorrow will be better than today”, well, tomorrow WILL BE better than today.

I believe in working your ass off. I believe in trials and errors, I believe in always getting back up, in crying when you need to and in throwing fits, because when you throw a fit it means that you care and there is still hope.

I believe in books.

I believe in red wine and good food.

And roses. Always believe in roses.

BUT MOST OF ALL, I BELIEVE IN MYSELF. 
BECAUSE IF I DON'T, WHO WILL?

Please leave a comment below, feedback is much appreciated!



È un periodo difficile della mia vita. Ho detto difficile, non brutto. Ma complicato. Impegnativo. Troppe cose da fare e troppo poco tempo per farle. Troppa gente che mi dice “No, non puoi”.

Quando sono nei casini, io scrivo. Mi ricorda chi sono e perchè vivo. Mi fa sentire viva.

Non faccio le cose a caso, anche se può sembrare.

Non sono stupida, anche se può sembrare.

Ho dei principi.

Eccoli.

IO CREDO.

Io credo che la strada facile sia anche la più noiosa. Credo nelle curve, nelle salite, nel fermarsi a riposare e ad ammirare il panorama, credo nella fatica, credo negli ostacoli e nel trovare un modo per superarli, che se fosse semplice lo farebbero tutti e non sarebbe più speciale.


Credo che la risposta migliore a tutti quelli che mi dicono “Non puoi farlo, è impossibile”, sia “VAFFANCULO, L'HO APPENA FATTO”, e adesso come la mettiamo?

Alberto Einsteino ti sta dicendo che PUOI ANDARE A FARTI FOTTERE.

Credo nell'amore. Credo nel lottare per l'amore. Credo nel dimostrare l'amore. Credo nel fare l'amore. TANTO AMORE.

Credo nelle persone. Credo nel mio inquietante portinaio che mi saluta ogni mattina e credo nel cassiere del supermercato che mi aiuta a imbustare la spesa, e credo nella receptionist che invece che insultarmi perchè HO PERSO IL FOTTUTO TERZO BADGE IN UNA FOTTUTA SETTIMANA me ne fa un altro e mi sorride anche.

Credo nelle seconde possibilità. Credo negli sbagli, nel tornare indietro piangendo, nell'urlare “HO FATTO UNA CAZZATA” e nel cambiare davvero per riprenderti ciò che hai perso.

Si spiega da sè.

Credo nell'ascoltare.

Credo nel provare cose nuove. Anche se ti fanno schifo. Ci provi, ci provi davvero, e poi decidi “No, questo mi fa schifo”. O magari no. (tipo le ostriche. Le ostriche sono il paradiso in terra. Ma se ti lasci fermare dall'apparenza viscidosa e non le provi, il paradiso in terra non lo scoprirai mai. OSTRICHE, gente, fidatevi.)

Credo nel caffè. Credo nel caffè la mattina. Ecco, non credo nella mattina, ma mi hanno convinta che esiste. Non credo neanche nella puntualità, e non sono ancora riusciti a convincermi che esiste.

La mia sveglia personale. Sì, segna sempre quest'ora.

Credo nel truccarmi ogni giorno, che il trucco è una corazza. Credo nell'offrire al mondo la tua faccia migliore anche se ti senti una ciofeca. E credo che un vestito nuovo faccia miracoli sulla tua autostima.

Yves Saint Laurent SA.

Credo nel cambiamento dentro e fuori perchè te lo senti, non per compiacere gli altri.

Credo nei sorrisi.

Credo nell'entusiasmo. Credo nella positività. Credo che se pensi che “domani sarà meglio di oggi”, beh, DOMANI SARà MEGLIO DI OGGI.

Credo nel farsi un culo così. Credo negli errori, nei tentativi, nel rialzarsi sempre, nel piangere quando ce n'è bisogno e nell'incazzarsi, perchè quando ti incazzi vuol dire che ci credi ancora e c'è speranza.

Credo nei libri.


Credo nel vino rosso, e nel buon cibo.

E le rose. Sempre credere nelle rose.

MA SOPRATTUTTO, CREDO IN ME STESSA. 
PERCHè SE NON LO FACCIO IO, CHI LO FA?

giovedì 16 gennaio 2014

IL BURLESQUE NON è UN CORSO PER FARE LE BURLE

Sono magra. Magra che mi si vedono le costole. Magra che le mie ossa sono appuntite e i miei gomiti tagliano. Magra che una volta un barbone si è offerto di condividere la sua cena con me.

Magra, insomma.

Beh, gli uomini vogliono le modelle, direte voi, avrai fortuna col sesso forte.

Cazzate. Come dice il fidanzato di Bridget Jones “Gli uomini vogliono sederi talmente larghi da poterci parcheggiare una bicicletta”. No, non una bellissima immagine mentale, lo so, però rende l'idea. Il maschio vuole la ciccia. Roba da palpeggiare. Soprattutto, il maschio medio vuole LE TETTE.

I HAVEN'T GOT ANY TETTE, in compenso parlo un ottimo inglese maccheronico.

Uì, je suì Catrìn Deneuv...ehm...no, quella è un'altra lingua.

Vabbè.

Kate Moss è sexy solo in passerella. L'uomo vero italiano vuole la Valeriona Marini, bella buzzicona nostra, con tutte le sue forme prorompenti e la sua aria da bionda svenevole.

Per rimediare in parte alla mia mancanza di cellule grasse mi sono iscritta a un corso di Burlesque.

Sì, BURLESQUE.

Avete presente Dita Von Teese, la ex di Marilyn Manson, che emerge da una mega coppa di Martini vestita solo di paillettes?

Ecco, io non c'entro una mazza.
Io al massimo posso essere la ballerina in ultima fila che sbaglia i passi e arranca fuori tempo cercando di darsi un'aria da “Lo sto facendo apposta, che pensate”.

La mia maestra si chiama Miss Sophie Champagne. Ed è gnocca. Curvosa. Sexy. Gattina.
Bionda, ovvio, c'erano dubbi?

Questa è Miss Sophie Champagne. E scusate se è poco, eh.


Prima lezione. 

“Ragazze, oggi vi spiego i due passi base del Burlesque, il Bump&Grind e lo Shimmy Shake. Il secondo è facile, dovete solo scuotere le spalle e il seno!”
Manina timida (la mia) che si alza in fondo alla sala “Maestra, e per chi NON HA IL SENO?!?”
Risate generali.
Ehi, io mica stavo scherzando! Davvero non ce l'ho, il seno! Quando distribuivano le tette, io ero in fila per il cervell...ehm... la simpat... ehm... la pigrizia.
Sì, ho fatto un affarone, lo so.

Comunque. Miss Sophie avanza richieste ragionevoli, per essere una prima lezione.

“Prossima volta portate un vestitino con le spalline, calze di nylon e reggicalze.”

No, scusa, hai detto REGGICALZE?!?! Io non ce l'ho un reggicalze! Alla fine lei ha detto “biancheria da letto”, va bene lo stesso un pigiamone di flanella?

No non va bene. Comprati 'sto cavolo di reggicalze.

Evabbè. Vi risparmio i perculi della commessa del negozio di intimo, che mi guardava con compassione e l'aria da “Ma dove vivi, c'hai trent'anni e neanche un reggicalze, ma dove vuoi andare”.

Seconda lezione.

Miss Sophie spiega come indossare il reggicalze. Sì, la fai facile tu.

Iaia si contorce affannosamente sul pavimento lottando come Laocoonte col serpente/reggicalze. Miss Sophie, elegantemente, ride nascondendosi dietro la vezzosa manina (Miss Sophie doveva troppo nascere negli anni '60, è la reincarnazione di Marylin Monroe). Iaia – che è la reincarnazione magra di Ulag il Camionista Ucraino degli anni '80 - continua la sua guerra senza quartiere con l'infernale aggeggio.

Il Laocoonte, o "Iaia vs Reggicalze". Ha vinto il reggicalze, 3-0

Piccolo flashback. Avete presente quando al liceo vi facevano studiare tutte quelle astruse formule di fisica, e voi passavate un quarto del tempo a studiare e i rimanenti tre quarti a maledire il coglione che le aveva inventate (possano le sue ossa essere corrose dai vermi/poteva ciulare un po' di più invece che tormentare me/ ci credo che sua moglie non gliela dava a 'sto sfigato/ eccetera)?

Ecco, io ho avuto la stessa reazione coll'inventore del reggicalze. DEVI DA MORì MALE!!

Si fosse fermata al punto 1: Indossare il reggicalze, avrei potuto uscirne viva.

E invece.

Devi Indossare il Reggicalze, Attaccarci Le Calze, e Poi Toglierti Tutto Il Maledetto Ambaradan Volteggiando a Ritmo Di Musica, Mentre Ammicchi Maliziosamente Al Pubblico!

Sssì, certo. sì. Come no.

Volteggio a ritmo di musica. Check.
Mi tolgo il vestito. Check.
Ammicco maliziosamente. Check. (sembra che io abbia mal di denti, ma fatemelo passare come ammiccamento malizioso, dai, non siate formali)
Tolgo la prima calza. Check.
Sfracello sul pavimento. Check.
Mi sbuccio tutt'e due le ginocchia E un gomito. Check.
Vengo derisa. Check.

ET VOILà, superspumeggiante spettacolo di Burlesque con Miss Iaia l'Imbranè!

Le altre ragazze ondeggiano armoniosamente per la sala da ballo (alte, basse, magre, formose, di tutti i colori e di tutte le età, e anche tizie di Bulgària o giù di lì. Non è vero che il Burlesque non è per tutte. Semplicemente, non è per me).

Le altre ragazze del corso. Capite bene che io non c'entro una beneamata cippa.


E' stata una carriera breve e fulminante, ma io MI RITIRO.

E adesso, sfottetemi pure. Dai, lo so che morite dalla voglia.


Conclusione della mia carriera di Champagnina: mi sono divertita come una matta. Ho conosciuto un sacco di ragazze adorabili. E ho ri(scoperto) che io, in fondo, mi piaccio così. Perchè il Burlesque, è solo quello: essere sexy proprio perchè ti stai divertendo, e sei a tuo agio con te stessa, e hai voglia di trasmetterlo agli altri. È gioia di vivere pura.
No, non mi vedrete mai esibirmi su un palco coperta di piume e di lustrini.

Solo spettacoli privati, tra me e il mio specchio. (che se è disgustato, almeno se lo tiene per sè)


e Champagne Academy Of Burlesque Education: https://www.facebook.com/ChampagneAcademyBurlesqueEducation

Questa invece è la pagina delle Champagnine fighe, mica come me:

lunedì 28 ottobre 2013

PRIMO POST DA FASHION BLOGGER (HAHAHAHAH no.)


Questa è una prova di post da fashion blogger seria. Seria, oddio. Da fashion blogger.

No Photoshop, no fotografi professionali, no pose da diva, no reflex. Only me.

Sono andata a Bergamo a fare un giro, mi piaceva com'ero vestita, mi sono fatta fare qualche foto. Chiaramente il fotografo non sa neanche da dove iniziare, dato che in metà degli scatti mi ha tagliato i piedi, e vi risparmio quelle sfocate, và, cheèmmeglio. Ma diciamogli che è stato bravo che se no ci rimane male.

BRAVO, fotografo!

Comunque. Bergamo Alta è una cittadina bellissima e molto rommantica, Santa Maria Maggiore la basilica, è costruita in quello stile romanico pulitissimo che a me fa sempre sbavare, anche se il mio primo amore rimane il gotico.
Purtroppo hanno pensato male di rovinarla, decorando gli interni in stile barocco. Ma perchè, dico io, perchè? Hai una chiesa che è un gioiellino, ci aggiungi qualche marmo colorato fuori e mi può anche andar bene, ma cosa ti viene in mente di arredarla come un circo, dentro?





Anche i piccioncini romantici! Che teneri ♥
Io mi chiedo come facessero a concentrarsi sulla preghiera gli uomini del seicento, quando ogni centimetro quadrato della superficie delle loro chiese era stuccato, dorato, dipinto e affrescato. CHE ANSIA. Io non sono credente - sono più sul chissenefrega, carpe diem, che alla vita dopo la morte ci penso, appunto, dopo che sono morta – ma mi viene da pensare che sia molto più facile elevare il proprio spirito a Dio in una chiesa di marmo bianco, con volte altissime e spazi ininterrotti, piuttosto che in una sorta di Tempio del Trash. Oh, Anna Dello Russo sarebbe andata in estasi sicuro, but I'm not Anna dello Russo e a me piacciono le linee dritte, le arcate ogivali, e le giacche col collo alla coreana.

Anna Dello Russo, Fashion editor di Vogue Japan (una che afferma di aver bisogno di 50.000 euro per ogni outfit, mica noccioline, eh)

Come quella che indosso. Venghino, siori, venghino a vedere la sfigatella comasca che ha la pretesa di imitare Gisèle per H&M e non ci riesce!
Cioè. Costava poco. Era blu, che a me il blu d'autunno mi fa tanto back to school/collegiale (a proposito, avete visto la campagna di Tommy Hilfiger Inverno 2013? Amo tutto. Amerei anche i modelli, se potessi, ma ho come l'impressione che non mi si filerebbero. Mondo crudele). Ha della lana nella composizione, un cigno nero per H&M che di solito se non è puro nylon 100% si rifiuta di produrlo. Vuoi non comprarla? Vuoi lasciarla lì tutta sola? Ma no, povera giacca, che poi le vengono i complessi.

Ok, adesso la smetto di blaterare e pubblico le foto.

Qui sotto.

Occhi chiusi, what else? 





Notare il piede tagliato e la faccia da pirla


Vi chiederei che ne pensate, ma ho paura di esser presa a male parole. Quindi commentate solo se avete dell'ammore da darmi, che io sono piccola e tenera.

Giacca: H&M
Camicia: H&M (sì, sono poraccia, mavà?)
Jeans: marca boh, presi in un negozietto milanese belllissimo che si chiama “Un peu D'amour Pour Toi”. Andateci, seriamente. Corso Concordia numero mah.
Ballerine: ma secondo te mi ricordo dove ho acquistato tutto ciò che ho addosso? Non sono così malata! Sono di pelle scamosciata, sono comode, va bene così.
Borsa: Accessorize
Occhiali: Prada

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