lunedì 22 aprile 2013

Studio sociologico-cazzeggiante delle Serate Milanesi



In collaborazione con L'Intraprendente

Sono solo io a pensare che ultimamente le classiche serate in discoteca stiano diventando noiose? Nessuno balla. Ti credo, i tacchi-a-spillo-con-plateau che la moda impone rendono difficile la deambulazione, figuriamoci le danze scomposte. E poi cola il trucco se ci si muove troppo. Meglio star ferme. Per far vedere che ti stai divertendo un sacco basta scoppiare in una risata acutissima (e immotivata), scuotere la chioma e guardarsi intorno per controllare che ti stiano guardando. Missione compiuta.
Gli uomini invece si dividono in due categorie: quelli che non sanno ballare e quelli che si sentono troppo fighi per farlo. Se non sapete ballare, per carità, STATE FERMI. Fermi, vi dico! Prima di peggiorare la situazione. In entrambi i casi i rappresentanti del sesso forte assaltano il bancone, si procurano il beveraggio, guadagnano faticosamente un punto d'osservazione ottimale (quello da dove si intravedono più fanciulle, ovvio) e mettono radici in quel punto.

L'unica è trovare un'alternativa. Io ne ho trovate due. La prima è quella delle serate con DJ superstar. A Milano ultimamente sono passati David Guetta, Afrojack, Paul Kalkbrenner, tanto per citare tre semisconosciuti. La seconda è quella delle feste a tema. Che tema? Qualunque tema. Marinai e Pupe. Animalier (zebre, pitoni, leopardi, eccetera. Sì, lo so, non il massimo del buon gusto, ma che ci volete fare, quest'anno gli stilisti hanno trovato l'ispirazione allo zoo di Central Park). Flower Power anni Settanta.

Le evidenti differenze tirano fuori la sociologa che è in me. E non posso non condividere.

David Guetta in tutto il suo splendore


DJ Superstar:
  • Target dai sedici ai ventidue anni, trangugiano droghe psicotrope come caramelle.
  • Vale la regola del buon automobilista, stai attento a quello che fai tu, ma soprattutto stai attento agli altri. Uno sguardo in tralice di troppo può scatenare la tragedia.
  • Non prendete il tavolo, è uno spreco. Il bello della nottata è scatenarsi in pista come se non ci fosse un domani.
  • Niente tacchi, sono scomodi.
  • Poco trucco, che a metà serata si scioglie e finite per assomigliare ad un panda ubriaco.
  • Almeno ascoltate qualche traccia prima di andare, che poi non conoscete la discografia e fate figure.

Il Flower Power Party del Pacha di Ibiza trapiantato a Milano. Tappa obbligata per il Presenzialista Agonistico.

Feste a tema:
  • Target: Milano bene, dai venti ai cinquant'anni. Il cinquantenne che ci prova con la ventenne è una costante.
  • Assicuratevi che sia davvero una festa a tema. Finire vestiti da hippie ad un raduno di yuppies milanès è il miglior modo per garantirsi morte sociale.
  • Prendete il tavolo. I poveri vanno in pista. La Milano-che-conta è assiepata nel privè. E poco importa se lo spazio vitale per persona è inferiore a quello di una favela brasiliana.
  • Non m'importa se state morendo dentro per il dolore ai piedi. La consegna è essere bella o morire. Quindi tira fuori le tue Loboutin e indossale.
  • E' concesso divertirsi. È concesso conoscere gente. Quindi lasciate a casa l'aria da “sono troppo figo per tutto questo” e godetevi la serata. Che lunedì si torna a lavurà.

giovedì 11 aprile 2013

FUORISALONE IS THE PLACE TO BE.


Sempre in collaborazione con L'Intraprendente. Manco da dirlo.

Indizio: andate lì.


Il presenzialismo agonistico è lo sport preferito dai milanesi. Anzi. È quasi una religione.
Il FuoriSalone scatena la paura più recondita : quella di perdersi qualcosa. Restare fuori, essere escluso, non sono possibilità contemplate.
Il Milanese, per sua natura, è IN. E quindi passerà una settimana a rimbalzare da un’esibizione ad un temporary museum, da un aperitivo eco a un’installazione artsy. Nel timore che da qualche parte di Milano ci sia un’installazione più chic. Una mostra più esclusiva. Un cocktail party più trendy. Non sopravviverebbe all’umiliazione.

No, non aspettatevi da me una guida agli eventi. Sono troppi. Guardate su Facebook. Dai, non mi dire che non hai Facebook. Ma dove vivi, nelle caverne? Vabbè, vai in zona Porta Genova/Tortona e stai sicuro che un posto dove bere gratis lo trovi. E intanto che sorseggi il tuo champagnino gentilmente offerto da casa di design (da cui non comprerai mai niente, causa prezzi esorbitanti e scomodità atomica), datti un’occhiata intorno. Ammira la variopinta fauna.

Hipster, hipster dovunque. Un hipster è un rappresentante di una corrente culturale (l’Hipsterismo) che, a forza di rifiutare ciò che è comune e omologato, e cercando con tutte le sue forze di essere originale, finisce per omologarsi a sua volta ed essere esattamente uguale agli altri hipster. Massì, che ne avete già visti in giro, anche se non sapevate come si chiamavano. Segni distintivi: occhialoni con montature enormi, meglio se di stilisti emergenti che nessuno conosce. Capelli rasati ai lati e ciuffi che vanno da tutte le parti. Da non confondere con il crestino gellato di Al- Sharawi, che quello fa calciatore tamarro. Accessori fluo. Vestiti a caso come se li avesse scelti un cieco, in realtà selezionati con cura maniacale.

Esempi di Hipster.

Dato che sono una persona utile e vivo per servirvi, di seguito alcuni trucchi per riconoscere a colpo d'occhio la categoria sociologica del soggetto che state osservando:
  • Se ha i tacchi è italiana. Nessuna donna di altra nazionalità è così ciula da mettersi i trampoli sul pavè.
  • Se ha le perle alle orecchie è una milanese fighetta che vuole vivere il brivido dell'esperienza bohémien.
  • Se è uomo, è gay. All'80% di probabilità. Come ha detto ieri un mio amico: “Tesoro, qui le uniche persone etero sono le donne”. Desolazione.
  • Se ha con sé cartellette/plastici/planimetrie/eccetera è un creativo, e vuole che si sappia. “Che dici, si vede che sono un creativo se sventaglio fogli a caso urlando che sono il mio ultimo progetto?”
This is FuoriSalone. E non è necessario essere dei creativi per capire che questo, questa settimana, IS THE PLACE TO BE.

mercoledì 10 aprile 2013

CHANEL, KARL LAGERFELD, E L'ARTE DEL RIMORCHIO


In collaborazione con L'intraprendente

Oggi sono andata a vedere la mostra di Karl Lagerfeld. Se non sapete chi è Karl Lagerfeld ve lo dico io, è lo stilista/icona della maison Chanel. Se non sapete chi è Chanel buttatevi nel Naviglio Grande al più presto, che la vostra vita non ha un senso.
E non ve lo racconto, perchè scrivere di Chanel in un articolo da tremila battute è un po' come fare il riassunto dell'opera omnia di Shakespeare sul retro dello scontrino Esselunga.
Insomma, Karl Lagerfeld ha preso uno dei capi cult della sua casa di moda, la Little Black Jacket (letteralmente, piccola giacca nera), l'ha schiaffata addosso a dei tizi e delle tizie, e li ha fotografati.
Mica dei tizi qualunque eh, sia mai. Star e superstar. Modelle. Attrici, attori, stilisti, ballerini. Socialites, che è un modo carino di descrivere una tizia che ha ereditato un sacco di soldi e passa la vita a fare shopping e presenziare agli eventi chic. E' un duro lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo.

Karl Lagerfeld. Dio, per gli amici.

Foto rigorosamente in bianco e nero. Soggetti sublimi. Camionate di complessi d'inferiorità per il visitatore. Ma ne vale la pena. Uma Thurman talmente sexy che ti viene voglia di mangiartela. Charlotte Gainsborough molto incinta e molto sorridente. Roberto Bolle (ballerino della Scala) in tutina, posa plastica e ali di piume nere. Anna Wintour (la direttrice di Vogue America, immortalata nel film “Il diavolo veste Prada”) di spalle, perchè il suo caschetto biondo è così riconoscibile che non c'è neanche bisogno di ritrarla di faccia. Carla Bruni, in tailleurino. Manca la scritta AAA ex Prèmiere Dame con esperienza pluriennale cerca Presidente in carica scopo matrimonio, astenersi perditempo. Menzioni d'onore ai maschietti, Alexander Wang (stilista) con il suo inquisitivo sguardo asiatico. Raphael Personnaz (attore) che non so in cosa abbia recitato ma mi è improvvisamente venuta voglia di guardare i suoi film. E ultimo ma non ultimo Vladimir Restoin Roitfeld (mercante d'arte), che è l'uomo della mia vita e ancora non lo sa.

La mostra. Un esempio dei complessi d'inferiorità che vi verranno.


Andateci, a questa mostra. Dico sul serio. Uno perchè è gratis. Due perchè è alla Rotonda della Besana a Milano, che è sempre un bel posto da vedere, anche se di moda non ve ne frega una cippa.
Tre perchè se siete donne potete vantarvene con le amiche, e se siete uomini potete usarla per far colpo sulle ragazze. Funzionerà, credetemi. Vi adoreranno. Sappiate però che finirete trascinati in interminabili sessioni di shopping: “Tanto i vestiti piacciono anche a te, no, sei andato alla mostra di Chanel!”. Ah, cosa non si fa per rimorchiare.

The Little Black Jacket,
by Karl Lagerfeld and Carine Roitfeld
Dal 6 al 20 Aprile 2013
Rotonda della Besana
Via Enrico Besana 12, Milano



lunedì 8 aprile 2013

CIPRO: GUIDA TURISTICA MOLTO POCO SERIA



In collaborazione con L'intraprendente

Cipro. Isoletta dimenticata da Dio e dagli uomini, fino a che non è arrivata RyanAir a fare scalo. Boom del turismo. Poi è arrivata la Merkel con i suoi completini da sciuretta. BOOM di tutto.
Questa è una guida molto poco seria all’altra Cipro, quella che lo sprèd non sa neanche cosa sia.

Cipro: il clima.

Fa caldo. No, non come il caldo di cui le fighette si lamentano qui (uh, che caldo, ci saranno trenta gradi), no, intendo FUCKING CALDO 50-gradi-all'-ombra-senza-ombra-CALDO. Quel caldo da sole che ti ustiona la testa e la terra ti ribolle sotto i piedi e l'aria è talmente rovente che ti sembra di essere in un enorme phon.

Bevete tanta acqua, bagnatevi spesso la testa, e soprattutto, non organizzate escursioni nel deserto a mezzo giorno. Non fate come noi, insomma.

Cipro: la flora.

Sul mare, nelle zone turistiche, sembra di essere in una serra a cielo aperto bouganvillee e oleandri a profusione (e un altro fiore fighissimo di cui non so il nome ma lo scoprirò – AGGIORNAMENTO: si chiama Frangipane e ha adornato la mia chioma per tutta l’estate, in una commistione Hawaiano- Cipriota).
Nell'entroterra,arbusti stentati tenacemente attaccati alla vita coperti di polvere e con l'aria derelitta.
Crescono a 50 metri di distanza l'uno dall'altro perchè non c'è abbastanza acqua per tutti e due, baby.
Ammirevole lo spirito di sopravvivenza, io sarei defunta da un pezzo, se fossi nata arbusto cipriota.

Cipro: la fauna.

La fauna cipriota è composta principalmente da mufloni, farfalle, tartarughe, gatti, e inglesi. La fauna inglese e i gatti meritano un post a sè.

Le farfalle sono enormi e coloratissime e ti rallegrano la giornata.

Le tartarughe depongono le uova in giugno sulle spiagge più fighe (chiamale sceme) e fanno covare le uova dal sole perchè loro non c'hanno sbatti. Le uova schiudono in settembre e le tartarughine neonate giocano una divertentissima partita a "Arriva al mare e nuota prima che il gabbiano affamato ti mangi".

I mufloni sono grossi e malmostosi e hanno corna ipertrofiche. Nota bene: attaccare briga con un muflone nuoce gravemente alla salute del turista.

Cipro: i gatti.

I gatti randagi possiedono l'isola. Sono ovunque. Porti, ristoranti, albergo, discoteche. La maggior parte sono piccoli, teneri e coccolosi. Alcuni portano i segni di battaglie combattute valorosamente. Orecchie mozzate, pelo mancante, cicatrici.
Tutti, indistintamente, convinceranno te, ricco turista, a privarti di parte del cibo nel tuo piatto, per donarlo ai poveri (loro).
Le tattiche utilizzate sono: guardarti male (funziona solo per i boss-gatti del luogo, quelli con le cicatrici).
Miagolare con aria "guarda come sono carino, sei proprio sicuro di non volermi dare un pezzo della tua succulenta carne per ricompensarmi della mia carinitudine?". Guardarti in un modo che impietosirebbe un guerrigliero congolese "capo, non mangio da un mese, ho famiglia, un mutuo, ti prego dammi un pezzo del tuo cibo.".

Non illudetevi, cederete. E rimarrete con l'impressione che siano loro ad avervi fatto un favore.

Cipro: gli inglesi.

Essendo stata dominata dalla Gran Bretagna fino agli anni '60, e avendo condizioni meterologiche migliori di Londra (non ci vuole molto, in effetti), Cipro è la meta elettiva per le vacanze estive degli inglesi.
La loro giornata tipo inizia verso le 10: sveglia, colazione con birra, uova e salsicce. Bleah. Ore 11: birra in piscina. Ore 12: sempre in piscina, ma con una birra nuova.
Ripetere la birra fino alle 6 e mezza/7 di sera: cena in un italianissimo ristorante dal nome esotico, tipo "Pepperoni Pizza" o "Spagetti Bolognaise". Bleah.

Verso mezzanotte il teenager inglese medio esce, con un unico obiettivo in testa: bere fino a perdere conoscenza.
Seguono scene disgustosissime. Uomini sudati e ubriachi, ragazze semisvenute e ubriache, madri che cercano di trascinare le figlie ubriache via dai locali, arresti di ubriachi in stato di ubriachezza molesta.

La moda inglese è talmente incommentabile da far sembrare il turista tedesco con sandalo e calzino bianco un modello di eleganza.

Attacco di patriottismo acuto.

Cipro: la storia.

Allora, un po' di storia. Cipro è stata dominata da qualunque pirla passasse per caso di lì: greci, ottomani, veneziani, inglesi eccetera. Nel '900 faceva parte dell'Impero Britannico, e le lady inglesi potevano andarvi a sfoggiare i loro vestiti leggeri, dato che l'estate a Londra si compone di circa 87 giorni di pioggia e 3 di grandine e l'unica cosa che puoi sfoggiare sono le tue nuove trendy galosce.
Negli anni '60 i Brits decidono che si sono stufati di avere un Impero così grosso (caaaara, è passato il momento dell'ostentazione, adesso gli Imperi vanno di moda piccoli e raccolti), e concedono l'indipendenza all'assolata isoletta.
Veloci come Bolt, i Turchi cercano di annettersi il territorio invadendolo.
Seguono un paio d'anni in cui turchi e greci si danno botte da orbi senza arrivarne a una. Viene tracciato un confine che divide a metà le due parti dell'isola e la capitale, pattugliato dall'ONU per controllare che i bambini greci e turchi non si menino.

Riassumendo: da una parte c'è l'euro (ancora per poco, visto il periodo), dall'altra la lira turca, e i greci ce l'hanno talmente tanto con i turchi che hanno cancellato Cipro Nord dalle cartine. (non scherzo)

Cipro: Nicosia, la capitale.

Mettevi in macchina. A circa due ore di tragitto da Paphos, in mezzo all'isola, sorge la capitale, Nicosia.
Arrivate boccheggiando dal caldo. Litigate col parcheggiatore che gioca a "spenna il ricco turista".
Mercanteggiare, mercanteggiare sempre.
Cercate i punti di interesse sulla microcartina fornita dalla guida turistica. Perdetevi in mezzo al nulla.
Bestemmiate fortissimo. Comprate una cartina della città.
Visitate la stupenda chiesa ortodossa di San Giovanni e il Monumento alla Libertà (Eleutheria, in greco).
Boccheggiate dal caldo. Gettatevi sotto un irrigatore, in una fontana, nel fiume, insomma dovunque, basta che vi rinfreschiate.
Entrate in una moschea, a piedi nudi e coperte da una palandrana informe gentilmente fornita all'ingresso. Fatevi guardare come sirene tentatrici. (mmmhh??)
Cercate sulla cartina l'entrata nella Nicosia turca, scoprite che è dall'altra parte della città. Bestemmiate fortissimo.
Fare il check point alla frontiera greca (poliziotti annoiatissimi che non vi filano di striscio). Fate il check point alla frontiera turca (poliziotti cattivissimi armati fino ai denti che vi guardano male manco foste corrieri della droga. Grandissimi sorrisoni ai poliziotti turchi, mi raccomando).
Visitate la zona turca, paradiso della contraffazione, delle spezie, delle moschee e dei mercati a cielo aperto.
Decidete che vi siete rotti di boccheggiare dal caldo e tornate indietro.

Tuffarsi in piscina al ritorno è la parte migliore dell'escursione.



Cipro: il cibo.

Una premessa: all'estero non si mangia italiano. Mai. Ever. Meglio ordinare per sbaglio qualcosa che non ci piace che correre il rischio di avvelenamento da pizza al ketchup.
Detto questo a Cipro si mangia bene, tanto, e a buon mercato. Prezzi da 10 a 30 euro (e per spendere 30 euro vuol dire che vi siete sbranati anche il ristoratore).
Vegetariani e vegani astenersi, è il paradiso della grigliata. Consigliatissimi i Meze, che sono l'equivalente di un Pranzo di Natale in Italia; vi porteranno qualunque tipo di cibo disponibile sull'isola, mangerete tutto perchè sarà tutto buonissimo, arriverete a fine pranzo pieni da scoppiare, ma scoprirete che in realtà siete solo a metà e vi porteranno ancora trentordici piatti.

Provate la Zivania, la grappa del luogo, solo se volete sentirvi dei mangiafuoco.

Cipro: le escursioni.

Obbligatorio dotarsi di una macchina, in quanto i trasporti locali sono da terzo mondo e i tassisti adorano alleggerirvi consistentemente del vostro dinero.
I siti archeologici di Paphos, l'antica capitale, sono notevoli per tre fattori: la pregevolezza delle opere d'arte, l'ottimo stato di conservazione, e il caldo micidiale. Portate acqua, tanta e fresca. Visitate le Tombe dei Re e l'antica Paphos, ammirate le costruzioni in pietra e i mosaici, fotografatevi nell'atto di uscire dalle tombe come Zombie. Fatevi guardar male dai turisti seri.
Recatevi a Kourion, esplorate l'antica dimora del defunto signorotto locale e il teatro semicircolare, oltre alla chiesa paleocristiana.
Stramazzate per un colpo di calore, fatevi soccorrere. Scappate in spiaggia.
Fate il bagno a Petra tou Roumiou, dove si dice che sia nata Venere. Perculate le turiste russe che si fanno foto da bimbeminchia.
Visitate le gole di Avakas, dove un fiume millenario ha scavato un grand Canyon, provate l'ebbrezza di passare sotto i massi pericolanti sperando che non vi cadano in testa.

O semplicemente, trovatevi una spiaggia che vi piace e arenatevi lì, che fa caldo.

Cipro: miscellanea e curiosità.

Innanzitutto, si usa l'alfabeto greco. Guardatevelo prima di partire, che poi quando siete in autostrada non sapete leggere i cartelli, 'gnurant.
Si guida a sinistra. Ricordatevelo, si guida a sinistra. Anche le rotonde si fanno in senso inverso. A SINISTRA, PIRLA, SEI CONTROMANO!
Nota dolente: assenza totale di figoni. I ciprioti sembrano briganti dell'800 e gli inglesi... no, non sono ancora così disperata, grazie.
I PR delle discoteche sono ovunque e sono degli sfrantecamaroni atomici. Non capiscono il significato della frase "No grazie, non voglio bere". Provate coi pugni, funziona.
Attenzione a non passare per sbaglio la frontiera turca. Alto rischio di impallinamento se vi va bene, morte per decapitazione con riti vudù se va male.
Le correnti marine sono fortissime. Non nuotate al largo se avete un minimo di spirito di autoconservazione.

LA GUIDA DI CIPRO è FINITA, ANDATE IN PACE.

lunedì 18 marzo 2013

VOLEVO UN CUORE INFRANGIBILE

L'ammmore.



Preparatevi. In questo periodo sto riflettendo sull'ammmore. La peggior sfiga che possa capitare all'essere umano.

E intanto sto facendo pulizia. Nella mia vita, ma anche nel mio computer. E ho ritrovato questo, che avevo scritto in settembre. (già, in settembre. Fatevi due calcoli)

Perchè la frase più difficile al mondo da dire non è “Ti amo”.

E' “Non ti amo più”.


Essere, o non essere, questo è il dilemma:

se sia più nobile nella mente soffrire

i colpi di fionda e i dardi dell’oltraggiosa fortuna
o prendere le armi contro un mare di affanni
e, contrastandoli, porre loro fine.

Shakespeare, Amleto.

DISCLAIMER: ha già detto tutto lui, io non aggiungo niente di nuovo.


Io non l'ho mai capito, se in amore sia più forte chi resta o chi fugge.

E' una domanda che mi faccio da una vita.

E' più coraggioso chi resta ad aspettare nonostante le delusioni, la gelosia, l'incertezza?

Oppure ha più forza di volontà chi decide di recidere tutti i legami e andarsene, scegliendo di soffrire tanto prima per poi non soffrire più?

Giuro che non l'ha mai capito.

Beh, per quanto mi riguarda non ho dubbi. Io scappo. Fuggo. Meno le tolle. Ciao ciao, è stato bello ma anche no.

Che io il cuore mica ce l'ho infrangibile. Volevo un cuore in plexiglass e invece mi hanno dato in dotazione uno stupidissimo cuore in porcellana, di quelli che non solo si rompono ogni volta che cadono, ma per di più si incrinano ogni volta che prendono un urto.

Inutile cuore.

Quando sei piccola pensi che sia a prova di bomba, ti senti invincibile. Una Vera Figa. Non sarai mai una di quelle sfigate che piangono per amore, ne sei incrollabilmente certa.
Poi arriva il Primo Stronzo della Tua Vita (capostipite di Altri Innumerevoli Stronzi che passeranno) e ti rendi conto di aver fatto male i calcoli. CRASH, tutto in mille pezzi.

E allora torni in negozio, e chiedi una sostituzione “Mi scusi ci ho il cuore difettoso, si rompe quando me lo calpestano, non va mica bene,”

“Mmmh sì signorina, mi faccia controllare l'ordine... no, tutto corretto, hanno ordinato una ciulotta mora e magrettina con cuore fragilefragilefragilissimo”

...mannaggia.

“Ma non se ne può avere un altro, magari meno delicato? Le pago la differenza, non c'è problema”

“Mmmmhh controllo... no mi spiace, è appena scaduta la garanzia. Scade la prima volta che si infrange. Non posso fare niente, si deve tenere quello che ha. Buona giornata.”

Ecco, bene.

Abbiamo capito che cosa faccio per i prossimi sei mesi. Rincollo i pezzi.

Non è mai della forma originaria. Né della stessa consistenza. Si vedono le crepe. Trasuda colla.

Ma è il tuo cuore, è l'unico che hai e te lo tieni stretto.

La volta dopo fai un po' più attenzione. Lo cedi con un po' più di cautela, come se stessi maneggiando un soprammobile di cristallo. Ti applichi, studi, cerchi i Segnali Rivelatori di Bastardaggine. E sopratutto, se fiuti la mala parata fuggi.

Anche se ti piace tantissimissimo,

E infatti non ho mai capito quelli/quelle che io chiamo GLI EROICI. Di solito sono donne, ma ci sono anche fior di uomini esponenti della categoria.
Quelli che stanno lì e ASPETTANO.

Attendono gli eventi, fiduciosi che PRIMA O POI sarà il loro turno. E non importa se nel frattempo l'oggetto del desiderio si sta sbattendo l'intera Pianura Padana e parte della Riviera Romagnola.

L'eroico ci soffre come se gli avessero spappolato le dita in una pressa ma rimane. Segna il territorio. Non cede di un millimetro.

Io, o eroico/a, TI RENDO ONORE. Sappilo, che c'hai sotto du'pallecosì.

Io però non ce la posso fare.

sabato 23 febbraio 2013

Indosso dunque sono.


Settimana della Moda, Street Style e altre sciagure.

In collaborazione con L'Intraprendente 

fashion-week

Io la adoro, la settimana della moda. Ma non ho ancora capito perchè.
Voglio dire, è la settimana in cui la consapevolezza del buco nero che è il mio conto in banca – di cui nel resto dell'anno sono vagamente cosciente – si fa strada nel mio cervello con dolorosa certezza.
Li vedi tutti quegli abiti meravigliosi, bambina? Ammira quella profusione di sete e chiffon, quella teoria di tagli sartoriali e linee perfette, quella cascata di scarpe principesche.

Continua ad ammirarli. Da lontano. E sappi che non potrai mai averli, perchè con le tue disponibilità al massimo riesci a comprare i ritagli di tessuto. Forse. 

Tu sei una donna normale. Lo spauracchio del mondo della moda, il fashion don't per eccellenza.

Se il motto della Fashion week è senza dubbio “Indosso, dunque sono”, il suo primo comandamento è “Rifuggi dall'essere una donna normale.”
Distinguiti. Osa. Indossa pure abiti assurdi, basta che si capisca che nella tua vita non hai mai compiuto azioni plebee quali fare la spesa, accompagnare i figli a scuola o, Dio ce ne scampi, lavorare.
Lavorare è out. Lavorare fa così contadina dell'800, vorrai mica mischiarti con la gente comune?

L'apice della celebrazione di questo comandamento non viene raggiunto, come sarebbe facile pensare, sulle passerelle. Sulle catwalk è normale, ti aspetti che la stangona denutrita indossi tacchi da quindici centimetri. Ce la faccio anch' io, a portare dei trampoli per venti metri, su terreno non accidentato. Prova a correre per prendere il tram con quelle scarpettine, stangona, e poi ne riparliamo. Ah, e porta i miei saluti alle tue caviglie divelte.

Dicevamo, il comandamento viene onorato alla massima potenza fuori dalle sfilate.
Il fenomeno si chiama “Street Style”, e l'idea che ci sta dietro è piuttosto semplice: “Io, stilista in crisi creativa, mi studio un po' come si veste la gente normale in giro e rimaneggio i suddetti capi per creare una collezione che verrà definita originale, d'avanguardia e deliziosamente eccentrica. Facile e veloce”. Una sorta di meta- moda, insomma, la moda sulle passerelle che si ispira alla moda per strada, che si ispira alla moda delle passerelle.

Nei fatti, questo si traduce in folle di tizie vestite in modo irrazionale che venderebbero la propria madre per essere fotografate una volta di più. Sono scene curiose. Alcune chicche: pantaloni scozzesi di flanella a quadrettoni arancio e marroni abbinati ad un informe cappotto rosso. Immancabili i sandali senza calze. Adesso, io non è che vorrei darti una cattiva notizia, ma Milano in questi giorni è il Circolo Polare Artico. Coprirsi, no?
Oppure, il mio preferito, una blogger che è riuscita ad accoppiare un cappotto arancione, cappello e borsa blu elettrici e vestito floreale.
Allora, anche se in teoria è possibile creare un abbinamento tra Nutella e taleggio, questo non vuol dire che tu lo debba fare. O che sia una buona idea.

Ma dopotutto, è la moda, bellezza. E l'unica regola è che non ci sono regole.

giovedì 7 febbraio 2013

DIECI RAGIONI PER CUI NON SARò MAI UNA PRINCIPESSA DISNEY


Perdonatemi, ieri ero malata. Mi sono vista in rapida successione Rapunzel, e La Principessa e il Ranocchio.
Questo è il motivo (ma non la giustificazione) di questo post inutile.
  1. Si svegliano felici.

Avete presente quella stronza di Biancaneve? Quella che viveva con i tizi bassi, sì quella lì. Ecco, quella lì la mattina si svegliava, preparava la colazione per tutti i tizi bassi (a volte veniva a trovarli anche il loro amico Psiconano, che prometteva di restituire l'altezza a tutti e i capelli a Cucciolo), e si metteva a pulire casa. Cantando.
Ascolta, io la mattina prima della seconda tazza di caffè è già tanto se ti dico “MHNGHGMNGGMMM”. Cipiglio. Capelli in faccia. Ringhio incazzoso.

Non farmi domande difficili tipo “Hai dormito bene?”, e non ti venga in mente che io possa fare qualcosa di più complicato che accendere la macchinetta Nespresso.

E ora fuori dalle balle, che devo prendere il secondo caffè.

  1. Hanno animaletti da compagnia assurdi.

Jasmine è fantastica. E' meravigliosamente single, indipendente, brama la libertà e non gliene frega una beata cippa di essere nata privilegiata. Ehnnò che non lo voglio il principe. Lasciami fare la mia vita che poi al mio principe ci penso io.
Lei sì, che aveva un animale da compagnia fico. Una bella tigre che si sbafava tutti i pretendenti (beh, i loro mutandoni, più che altro).

Ma le altre, che delusione. Cenerentola era circondata dai topi. Ariel c'ha un pesce ritardato e un gabbiano cerebroleso. Rapunzel un camaleonte (un camaleonte?!?!? Ma CHE. SCHIFO.). Pocahontas un tasso (procione?) rincoglionito.

Ma un normalissimo gatto, come tutte le donne di classe, è troppo da chiedere? Holly Goolightly in colazione da Tiffany aveva un gatto, Sant'Iddio!!

    3.  Cantano meravigliosamente

Quella povera sfigata di Cenerentola, domestica forzata per le parenti ricche, stronze, e pure racchie. Jane Eyre je faceva 'na pippa, in quanto a poraccitudine.

E anche lei, in questa vita di sfighe e prese in giro della sorte cinica e bara, cantava.

Ci fossi stata io, in quella situazione, alla prima strofa di “I SOOOGNII SON DEEESIDEEERIIII... DIII FELIIICITAAAA'” mandavo in frantumi la scarpetta di cristallo. Con la sola potenza delle mie stecche musicali ben calibrate.

E ciao principe, ciao, eh.

  1. Hanno capelli stupendi

Prendiamo Rapunzel. Fighissimi, i capelli lunghi come l'Autostrada del Sole, eh, per carità.

Ma Punto Primo, si sarà indebitata per le sette generazioni successive con tutto quello che ha speso in balsamo e Olio di Argan.

Punto secondo, ditemi come acciderbolina faceva a non inciampare!!

Ok, ok, le principesse sono aggraziate di natura, è nel contratto che ti fanno sottoscrivere quando sei principessa. Ma fosse stata una donna normale:
  • La chioma le si sarebbe impigliata ovunque: bottoni, zip, barba del fidanzato, porte scorrevoli della metro eccetera.
  • Avrebbe sostenuto una dieta molto salutare composta al 90% da capelli.
  • Li avrebbe calpestati a ogni piè sospinto, e, dati i piccoli incidenti elencati sopra:
  • Avrebbe passato metà del suo tempo a infilare un'imprecazione dopo l'altra, vanificando tutto l'effetto di grazia&leggiadria che solo i capelli lunghi come il Cammino di Santiago di Compostela possono dare.

Naaah, non ne vale la pena.

Troppo sbattimento.

  1. Sono gentili e amate da tutti

Prendiamo Belle. Noi addoriamo Belle. Soprattutto perchè ha ricevuto in dono la strenna più meravigliosa, il regalo più ambito, la ggioia piùggioia che una donna possa desiderare.

Maschi, sappiatelo. Se mai qualcuno di voi lettori sarà così incauto da farmi una proposta di matrimonio (poverino, ma ne sei sicuro? Non è che ci vuoi ripensare?), sappiate che non lo voglio un anello di fidanzamento.

No. Banale, già visto.

Voglio una libreria di fidanzamento. Una biblioteca. Libri! Più libri di quanti ne abbia mai visti tutti insieme! Più libri di quanti ne si possano leggere in una sola vita!! (La risposta è sì, mio caro, ti sposo. Poi non dirmi che non ti avevo avvertito però).

Ecco, lei arriva in un castello con un proprietario malmostoso, sola, sperduta, e tutti la prendono in simpatia.Tutti. Orologi, candelabri, teiere, tazzine da the (che parlano). Tutti a sbattersi per farla sentire accolta e coccolata, completamente dimentichi del fatto che il padrone (ricordiamolo, non il più amichevole degli esseri) potrebbe disapprovare. E quando uno così disapprova non si limita ad una bonaria tirata d'orecchie, eh. No, lui te la frantuma, quella porcellana da tazzina parlante, e te lo piega quel candelabro con l'asscentò franscesè.

A me avrebbero offerto un tozzo di pane muffito, un bicchiere d'acqua di pozzo, e cara e grazia, signorinella.

  1. Amano i bambini

Tiana è un'altra che mi sta simpatica, lo ammetto. La trama del film può essere più o meno riassunta in:

(SPOILER)

Tiana (povera, bella, blahblahblah) sogna di avere un ristorante. Tiana si sbatte come una matta per avere il suo ristornate, ma arrivano un principe scansafatiche a romperle i maroni e uno stregone vudù un po' psicopatico a scombinarle i piani. Tiana decide che nessun principe scansafatiche o stregone vudù psicopatico potranno mai frapporsi tra lei e il suo ristorante. Tiana – che nel frattempo è diventata una graziosa ranocchia coperta di muco – rimette tutto a posto con l'aiuto di una stregonessa vudù, un alligatore, e una lucciola scombinata (ancora, con 'sti animali da compagnia improbabili!!).
Tiana ottiene il suo ristorante, e nel frattempo riesce a far innamorare il bel principe.

Tutto molto carino, un po' meno scontato del solito Principessa incontra principe – si innamorano – sortilegio tremendo/regina malvagia/cazzi e mazzi di svariato tipo lo ostacolano – principe combatte i malvagi – Principe e principessa si sposano – Evisseropersemprefeliciecontenti.

Ma c'è una scena. Nun se po' vedè quella scena.
La povera Tiana fa doppi e tripli turni in un fast food da sfruttata per mettere via i soldi. Capo rompicoglioni, clienti attaccabrighe. Bambina sepolta fino ai capelli nel pancake, e lei che fa? La soccorre, povera anima! Le porge un tovagliolino e l'aiuta a pulirsi!! Ma io ti sbatto via a calci, stupida mocciosa che non ha ancora imparato la differenza tra mangiare e cadere di faccia nei pancake! Altro che darti una ripulita!

Comunque, Tiana è simpatica, ve l'avevo detto?

  1. Si innamorano a prima vista

Ariel, povera pirla. Reginetta dei mari, amata da tutti (uff), soprattutto dal suo papà il Regal Tritone. Castello meraviglioso. Perle e coralli come se piovesse.

Ma a lei non basta, nooo! Deve andare in giro a sculettare quella coda da Sirenetta che si ritrova, a mischiarsi con gli umani. (Destino di Ariel in un mondo reale: “Venghino siore e ssiori, venghino, a vedere la mostruosa creatura del mare, mezza pesce e mezza donna!! Solo all'acquario di Genova! Rarità!)

Con questa perniciosa abitudine di andare a ficcare il regal nasino in faccende che non la riguardano, si ritrova a salvare un bel figone umano da un terribile naufragio.

Il figone umano happens to be un Principe (yawn. Noiah).

Ovviamente lei è così scema da innamorarsene a prima vista.

Ma come fai, dico io, a innamorarti di qualcuno a prima vista!! E se fa la scarpetta con le molliche di pane? E se abbina i maglioni rossi alle camicie rosa? E se ascolta Gigi D'Alessio?

Ma cerca di conoscerlo un attimo prima, che so, fate due chiacchiere su uno scoglio, andate insieme a pescare perle, offrigli una bottiglia d'acqua di mare del 1989... conoscilo, figlia mia!

Perchè poi non venirti a lamentare che porta gli slippini bianchi, che ormai te lo sei sposato e te lo tieni.

  1. Sono bellissime e sexy (sempre)

Prendi la Bella Addormentata. Vive nel bosco. Non vive in un castello, ripetiamolo, vive nel bosco. Con le fate madrine, tutto quello che volete, ma non è che nel bosco ci siano abbondanza di parrucchieri ed estetisti.

Ma lei è meravigliosamente gnocca. Sempre. L'abitino scipito che farebbe sembrare Audrey Hepburn una povera contadina le sta d'incanto.

Niente trucco, per carità. Si sveglia con i capelli perfetti, biondi, boccolosi, a cascata.

E quando incontra il suo principe il suo primo pensiero non è: “Nooo che sfiga, proprio oggi che ho le occhiaie e i capelli crespi! Dov'è uno specchio? DOVE!”.

No.

Il suo primo pensiero è: “Ti ho visto nei miei sogni”.

Aurora, sappi che ti odio e che la maggior parte dei complessi che mi hanno rovinato l'adolescenza sono imputabili a te.

E adesso sentiti in colpa, stronza.

  1. Si fidano di chiunque

Allora, Biancaneve. A noi due, bitch.

Capelli neri come l'ebano. Ce li ho. (beh, sono più di un lucente color visone, ma ci accontentiamo)

Pelle bianca come la neve. Cell'ho. (senza lampade)

Le guance rosse... aspetta. Guance rosse? Perchè? No, le mie sono bianchicce – ectoplasma malato. Ah, servono le guance rosse? (Grazie, Maybelline. TVB, davvero)

Comunque. 'sta rimbambita, le arriva una vecchina alla porta, così, a caso. E invece di avere la reazione di tutte le persone normali “No grazie, non compro niente” oppure “No, testimone di Genova, già mi sta stretta la religione che mi hanno imposto, cosa ti fa pensare che io ne voglia un'altra?”, le apre la porta. La accoglie. E MANGIA LA MALEDETTA MELA!!

Biancaneve, in tutta la sua ingenua biancanevosità: “Ma perchè, chi mai potrebbe volermi male? Tutti mi amano.”

Ah, la candida presunzione delle Principesse.

Chiunque “Mmmmhhh, vediamo, fammi pensare... LA TUA MATRIGNA, FORSE?!? Hai presente, quella che ti ha mandato nel bosco con un cacciatore acciocchè ritornasse con i tuo cuore pulsante?”

CRETINA.

Deficiente, a pensarci un attimo di più magari restavi viva, ed evitavi a quel povero principe tutte quelle rogne che sono diretta conseguenza dell'essere principe e dover salvare la principessa, tipo uccidere draghi sputafuoco eccetera.

  1. E vissero tutti felici e contenti.

Diciamolo. Voi conoscete davvero qualcuno che “Visse per sempre felice e contento”?

No, per favore, fatemelo conoscere.

Perchè io conosco solo gente che “Visse contenta per un certo periodo di tempo e poi ebbe un esaurimento nervoso”, o gente che “Visse crogiolandosi nella sua infelicità e ripetendosi che in fondo gli andava bene così”, o gente che “Visse ad alti e bassi dannandosi l'anima per passare da un momento basso a un momento alto”.

Gente così, insomma.

Queste sciacquette no.

Riassumendo:

  • Biancaneve: principe azzurro uccide matrigna/strega cattiva, sposa principessa, EVPSFEC.
  • Cenerentola: principe azzurro prova scarpetta, sposa poraccia rendendola principessa. EVPSFEC.
  • Bella Addormentata: principe azzurro uccide matrigna/drago e sposa principessa. EVPSFEC.
  • Ariel: principe azzurro uccide strega cattiva/megapolipo, sposa principessa che ottiene anche un paio di gambe nuove perfettamente funzionanti. EVPSFEC.
  • Pocahontas: un po' più sfigata. Non la nomineremo.
  • Belle: il bestione diventa principe azzurro e sposa principessa. EVPSFEC.
  • Mulan. Salva la Cina, diventa eroina nazionale. Questo ci piace un po' di più. EVPSFEC.
  • Jasmine: sposa il poraccio. Non diventa principessa perchè lo era già. Tiè. EVPSFEC.
  • Tiana: sposa in principe poraccio. Apre ristorante. Esaudisce tutti i suoi sogni. EVPSFEC.
  • Rapunzel: scopre di essere principessa, sposa ladro poraccio, che diventa principe. EVPSFEC.

ECCHEDDUPALLE, eh.